«Basta tagli ai Comuni e agli enti locali, sì all’incremento del fondo nazionale per lo sviluppo delle montagne italiane». Dall’Uncem nazionale e da quello del Molise, rappresentato dal sindaco di Capracotta, Candido Paglione, arriva un appello in vista dell’approvazione del bilancio di previsione dello Stato. Secondo il presidente nazionale Marco Bussone e quello molisano Paglione, dopo decenni di inutili chiacchiere sulle aree interne e sulla stessa Snai, bisogna finalmente dire «basta ai tagli ai finanziamenti per gli enti locali, incrementiamo piuttosto i fondi per le montagne.
Già nel 2024 i Comuni e le Province hanno subìto, in legge di bilancio, un taglio di 250 milioni di euro sulla spesa corrente, «non è pensabile che si prosegua su questa strada» osserva l’Uncem, per bocca del suo responsabile molisano Candido Paglione. L’associazione che raggruppa i Comuni montani di tutta Italia ha elaborato un documento molto articolato e dettagliato, in grado di indicare precisi interventi a favore delle montagne. Per passare, in sostanza, dalle parole ai fatti. Come sostiene l’Uncem è arrivato il momento di «incrementare il Fosmit, cioè il Fondo di Sviluppo Montagne Italiane, fino a un miliardo di euro all’anno e di continuare a finanziare le Green Communities, come il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha già fatto».
«Non è pensabile che ci sia uno stop» sottolinea Paglione, ma le proposte per la montagna e le aree interne dell’Appennino non si fermano qui. Riprendendo le idee che sono ormai i cavalli di battaglia dell’Uncem, da decenni, Paglione rilancia su tutta la linea: dal Fondo di Solidarietà Comunale, fino ai servizi sanitari, dalla riduzione dell’Iva per pellet e legna, al gettito IMU da riversare interamente sui Comuni montani, passando per la proposta di semplificare molte procedure amministrative. Insomma, una strategia a tutto campo per le zone montane che richiedono un’attenzione speciale, come l’Uncem sostiene da tempo. «La nuova legge di bilancio prevede tagli indiscriminati, mentre quello che serve è una netta inversione di tendenza, bisogna finalmente assumere il punto di vista che la questione delle aree montane è una questione nazionale, come la SNAI – strategia nazionale aree interne – aveva indicato» conclude Paglione.