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  • Giornata mondiale delle api, Coldiretti Molise: «Basta importazioni selvagge di miele dall’estero»

    La stagione apistica 2025 in Molise si presenta migliore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. ad affermarlo è Coldiretti Molise che evidenzia come, rispetto agli anni passati, grazie ad una primavera caratterizzata da temperature miti e la quasi totale assenza di gelate di inizio aprile, che sempre più spesso negli ultimi anni avevano compromesso le produzioni di miele primaverili, la fioritura, specie dell’acacia, non ha subito grossi danni e dunque ha consentito, fino ad ora, alle api di condurre una buona attività di raccolta del nettare.

    Tuttavia, alla vigilia della Giornata mondiale delle api, che si celebra domani 20 Maggio, Giovanna Cuomo, produttrice apistica molisana di Coldiretti e presidente dell’associazione Agrimercato di Campagna Amica del Molise, precisa che: “per avere un quadro chiaro dell’andamento della produzione nella nostra regione, dovremo attendere il mese di luglio, essendo la stagione appena iniziata”.

    “Le piogge frequenti delle ultime settimane – spiega Giovanna Cuomo – non hanno causato gravi danni alle fioriture dal momento che sono state intervallate da giornate di sole. Diversamente sarebbe stato, o potrebbe accadere, se le piogge dovessero protrarsi per più giorni ininterrottamente causando la caduta dei fiori e dunque l’impossibilità per le api di raccogliere il polline”.

    Il ruolo delle api, ricorda Coldiretti, è fondamentale. Infatti, ben 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra cui: le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni. Inoltre, secondo un’analisi Ispra, quasi il 90% delle specie di piante da fiore selvatiche del mondo e il 75% delle specie mondiali di interesse agrario dipendono per la loro riproduzione, interamente o in parte, dall’impollinazione operata da specie animali.

    Un ruolo che in Italia viene oggi minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici. Secondo un’analisi Coldiretti su dati dell’Osservatorio Miele, nel 2024 la produzione nazionale è stata stimata in 21.850 tonnellate, in lieve calo rispetto al 2023, accompagnata per la prima volta da una leggera flessione del numero degli alveari, in controtendenza al costante incremento degli ultimi anni. 

    Le condizioni meteo-climatiche, tra escursioni termiche e piogge abbondanti, hanno azzerato o fortemente ridotto le produzioni dei principali mieli primaverili su tutto il territorio nazionale, con una ripresa estiva parziale e molto diversificata. L’assenza di nettare per periodi prolungati ha reso necessari interventi di alimentazione di soccorso frequenti e tempestivi, per garantire le buone condizioni di salute e la sopravvivenza delle famiglie di api, che hanno fatto registrare perdite invernali fino al 30%. Senza dimenticare le pesanti ripercussioni sui costi di produzione. Un trend proseguito di fatto anche nel 2025.

    Ma a pesare sull’Alveare Italia sono anche le importazioni selvagge di miele. 
    Nei primi due mesi dell’anno sono arrivati 5,4 milioni di chili di prodotto straniero, di cui oltre 1/3 di provenienza Extra Ue, spesso di bassa qualità e a prezzi stracciati, che esercita una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello italiano, mettendo in difficoltà i produttori nazionali, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat.

    “Per sostenere un settore che coinvolge molti giovani e garantire il fondamentale lavoro delle api nelle nostre campagne – spiega il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – è importante scegliere miele di origine nazionale; un’opportunità peraltro favorita dalla recente Direttiva Ue che ha introdotto un’etichetta ancora più chiara, anche se – precisa – non è purtroppo ancora previsto l’obbligo di dichiarare l’origine del miele utilizzato nei trasformati, origine che solo alcune aziende dichiarano volontariamente”.

    In Italia, secondo la Coldiretti, il consumo di miele si attesta a circa mezzo chilo pro capite all’anno, un dato inferiore alla media europea di 600 grammi e ben lontano dai 1500 grammi della Germania, come evidenziato dal Centro Studi Divulga. Tuttavia, l’Italia eccelle in biodiversità, con oltre 60 varietà di miele, tra cui quelle Dop come il Miele della Lunigiana, il Miele delle Dolomiti Bellunesi e il Miele Varesino. Oltre una quarantina i monoflorali, ai quali si aggiunge una vastità di millefiori, ciascuno caratterizzato dalle differenti tipologie di fioriture.

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