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  • Nuovi criteri di classificazione dei Comuni montani, penalizzati i territori dell’Appennino

    Comuni montani, Radica (ALI Abruzzo): «Deriva pericolosa, bisognerebbe andare nella direzione opposta».

    «E’ una deriva molto pericolosa, che va nella direzione esattamente opposta rispetto a quanto chiediamo e auspichiamo. Il governo riveda la decisione»: così Angelo Radica, presidente di ALI Abruzzo, commenta la dichiarazione del ministro Roberto Calderoli sui nuovi criteri di classificazione dei Comuni montani.

    Radica prosegue: «E’ in primo luogo un metodo, quello tutto incentrato su criteri fisici come l’altimetria e la pendenza, che non può che penalizzare i territori degli Appennini rispetto a quelli alpini. Non serve chissà quale competenza per intuire che gran parte del taglio dei Comuni avverrà sugli Appennini: significa che ci saranno meno risorse per le aree interne e montane del Centro – Sud, Abruzzo compreso».

    Per il presidente regionale di ALI è tuttavia «l’approccio a essere radicalmente sbagliato: invece di allentare i vincoli per sostenere le zone più fragili, questi si inaspriscono. Bisognerebbe fare il contrario, ovvero fare in modo che le aree interne tutte siano sostenute in modo stabile e continuo. Vanno introdotti per esse standard ad hoc per dotarle di servizi fondamentali come la scuola, la sanità, i trasporti, anche se non rispettano parametri di popolazione richiesti in pianura e in città. Come abbiamo sottolineato in un importante momento di confronto recentemente tenuto dalla nostra associazione a Fabriano, la Strategia nazionale aree interne deve diventare una politica strutturale, vanno rafforzati piccoli Comuni e Comunità montane attraverso assunzioni e formazione e vanno favorite le politiche di fusione e gestione associata dei servizi, occorre la fiscalità di vantaggio. Vanno promosse le filiere locali, l’agricoltura multifunzionale e il patrimonio culturale, paesaggistico e identitario».

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