• In evidenza
  • Rotture di autoclavi e bollette salate, ecco il conto agli agnonesi per l’ennesima interruzione di acqua

    Da due mesi Agnone vive senza acqua per diverse ore al giorno. All’inizio l’interruzione era circoscritta alla fascia notturna, dalle 23 alle 6 del mattino. Oggi, con l’ultimo bollettino diffuso dalla Grim, la situazione è ulteriormente peggiorata: rubinetti a secco dalle 20 di sera fino alle 7 del mattino. Un’assenza prolungata che, da ieri 29 dicembre e fino a mercoledì 7 gennaio 2026, accompagnerà cittadini e famiglie nel pieno delle festività natalizie e di fine anno, periodo in cui la popolazione nel centro altomolisano cresce sensibilmente.

    La comunicazione ufficiale è sempre la stessa, ripetuta come una litania: “riduzione dell’apporto idrico da parte di Asr Molise Acque per ripristinare i livelli ottimali del serbatoio Civitelle e prevenire carenze idriche nelle ore diurne”. Parole che si rincorrono identiche da settimane, se non da mesi. Comunicazioni a profusione, ma nessuna soluzione strutturale. Nessuna prospettiva concreta. Nessuna data certa. Almeno da quanto si evince dai “bollettini”. E allora una domanda sorge spontanea, ed è tutt’altro che polemica: dopo oltre sessanta giorni di sacrifici imposti alla cittadinanza, quando verranno finalmente raggiunti questi famigerati “livelli ottimali” del serbatoio Civitelle? Tanto più che, nelle ultime settimane, le precipitazioni non sono certo mancate. Nel frattempo, però, il conto lo pagano sempre e solo i cittadini. Si moltiplicano le segnalazioni di autoclavi danneggiate, pompe e motorini bruciati a causa della continua alternanza del flusso idrico. Residenti costretti a rivolgersi a idraulici e ferramenta, affrontando spese impreviste che si sommano ai rincari energetici, destinati inevitabilmente a riflettersi sulle prossime bollette. Senza dimenticare chi non dispone di serbatoi di accumulo e resta completamente senz’acqua per ore, ogni notte.

    Il punto è che la carenza idrica ad Agnone non è un’emergenza improvvisa, né tantomeno imprevedibile. È una ferita mai rimarginata, un problema strutturale che da anni viene rinviato, tamponato, mai risolto definitivamente. Le condutture sono un colabrodo, con perdite che arrivano – secondo stime note – fino al 60% dell’acqua immessa in rete. Un dato impressionante, che da solo basterebbe a spiegare l’insostenibilità dell’attuale sistema. Siamo in pieno inverno, con temperature rigide e consumi tutto sommato contenuti. Ma se questa è la situazione oggi, viene spontaneo chiedersi cosa accadrà in estate, quando la domanda idrica aumenterà fisiologicamente e la popolazione tornerà a crescere. Uno scenario che inquieta e che rende ancora più urgente un cambio di passo. L’ultimo comunicato Grim, come i precedenti, si limita a informare. Ma Agnone non ha più bisogno solo di comunicazioni. Ha bisogno di risposte, di interventi seri, di una pianificazione che affronti alla radice il problema. Perché l’acqua non può diventare un lusso, né un’abitudine alla privazione. E perché una comunità non può continuare a vivere nell’emergenza permanente, come se fosse la normalità.

    Sostieni la stampa libera, anche con 1 euro.

    Lascia un commento