Lettera aperta al dr Zavattaro– Direttore Generale ASL Chieti da parte dell’onorevole Maria Amato (a destra nella foto, ndr), medico e deputata del Pd.
Dice il vero, Dr Zavattaro, quando sottolinea che un gruppo di privati seri ed affidabili,che vogliano investire 200 mln di euro per un projet financing in edilizia sanitaria per la costruzione di un nuovo ospedale a Chieti, sono una grande opportunità per la sanità di tutta la regione, e ancora è vero che un grande ospedale nel capoluogo rappresenta un riferimento per tutti.
Ma lei si sbaglia quando riduce ad opposizione “localistica” o ad anacronistico “spirito di campanile” la levata di scudi che è arrivata dal vastese.
Non ci siamo lamentati perchè non capiamo la importanza del progetto o non siamo consapevoli di quale straordinario apporto puo’ dare uno strumento come il projet financing, la nostra è la voce di un intero territorio che si ribella.
Un territorio, il vastese, che ha già abbondantemente contribuito, che in passato ha vissuto un momento lungo di crescità in qualità e in capillarità della offerta di assistenza: siamo stati un esempio virtuoso di sanità pubblica.
Poi è arrivata la asl provinciale che ci ha impoverito ed è un dato innegabile.
Ci siamo sentiti per anni presi in giro sulla emodinamica e sul nuovo ospedale, e le responsabilità dell’abbandono e della mancanza di equità sono solo in piccola parte sue: è la politica regionale che detta le priorità e noi non lo siamo da un pezzo!
Solo un illuso poteva aspettarsi che avremmo applaudito a qualcosa che ancora una volta condizionerebbe le scelte e il disegno della rete ospedaliera facendo pendere la bilancia sempre dalla stessa parte.
Se esiste un sentimento comune di rivolta nel sud della provincia di Chieti viene dall’abbandono, dalla povertà d’iniziative e dalla scarsità di investimenti.
Non vogliamo contribuire con le nostre risorse, non vogliamo contribuire ancora. Non entro merito del progetto, non do un giudizio di valore, tutto il mio rispetto a chi con coraggio in un tempo difficile e rispettando le regole vorrebbe fare un cosi’ grande investimento, la obiezione e la resistenza sono sulla scelta di politica sanitaria: un progetto su Chieti, pagato anche da noi.
E non basta a motivarci il fatto che usufruiremmo dei posti letto di alta specializzazione di Chieti, succede con difficoltà, noi siamo al confine se si pensasse alle nostre vite, alla nostra salute le scelte sarebbero altre.
Potrei capire l’emergenza dei pilastri malati che da tempo ricade su tutti, ma un nuovo Ospedale da 200 mln no, non lo capisco.
Nè capisco due diverse velocità: una rapidità pretesa per questo progetto e un’altra di una lentezza esasperante per i nuovi ospedali di Lanciano e Vasto.
Se tutto questo lei lo chiama campanile e pensiero di respiro localistico, devo ripensare l’idea che ho di lei, perchè il suo giudizio è la traduzione di una visione miope in difesa, spero inconsapevole, di una programmazione contabile della sanità che ha generato una “questione meridionale” in Abruzzo, relegandoci ad un ruolo di cugini di campagna.
Maria Amato, medico deputato PD
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