(ANSA) – CAMPOBASSO – Si aggrava la posizione del 37enne dipendente delle Poste indagato a piede libero perché sospettato di essere l’autore del rogo avvenuto la scorsa settimana ad uno degli ingressi del convitto Mario Pagano di Campobasso. In serata si è appreso che l’uomo, oltre che dei reati di incendio doloso e danneggiamento, è accusato anche di morte come conseguenza di altro reato. Fondamentali a questo punto saranno gli esiti dell’autopsia richiesta dalla procura proprio per chiarire le cause del decesso e se Domenico De Maria, il custode morto d’infarto mentre tentava di spegnere le fiamme, abbia o meno ingerito fumo prima di sentirsi male.
Eseguita l’autopsia al Cardarelli – E’ stata eseguita nel primo pomeriggio di ieri all’obitorio dell’ospedale Cardarelli di Campobasso l’autopsia sul corpo di Domenico De Maria. L’esame, affidato dalla procura al medico legale pugliese Sara Vita, è stato effettuato anche alla presenza di un perito di parte, il dottor Paolo Scarano, incaricato dall’avvocato Carmine Verde. Quest’ultimo è il legale scelto dalla famiglia De Maria per seguire la vicenda. “Attendiamo di capire cosa emergerà dall’autopsia, soprattutto se la persona deceduta ha ingerito fumo, poi decideremo il da farsi”, spiega l’avvocato. Intanto la salma è stata restituita alla famiglia. Questa mattina sarà allestita una camera ardente all’interno del Mario Pagano per consentire alla città di rendere l’ultimo saluto al custode, poi nel pomeriggio ci saranno i funerali in Cattedrale. (ANSA)