Agnone – Manca ancora qualche minuto alle 17.30 e il Teatro Italo-Argentino si sta già riempendo, per partecipare allan presentaione dell’ultimo volume curato da Domenico Meo.
“Poeti dialettali di Agnone”, questo il nome della raccolta antologica di poesia dialettale che Ida Cimmino, presidente del Csam, ha definito: 《Un lavoro frutto di amore e scienza》.
A seguire, perciò, il discorso del vicesindaco Maurizio Cacciavillani, del presidente dell’associazione Proloco, Beppe Marinelli, e di Domenico Lanciano che hanno encomiato l’operato del linguista agnonese che riesce a custodire e a tramandare la ricca tradizione e cultura autoctona.
Non meno importante l’intervento del professor Nicola Fiorentino che ha tenuto una vera e propria lezione di critica letteraria analizzando alcune delle opere presenti nel volume curato da Meo. «Nel volume che stiamo presentando, il contenuto non è tutta poesia» ha dichiarato Fiorentino «è presente anche della letteratura. Testi che raccontano la vita quotidiana o che fanno un’analisi sociologica del passato».
Ad ogni modo, all’Italo-Argentino, la presentazione non si riduce solo ad una mera lezione cattedratica bensì la soiree si trasforma in un vero e proprio spettacolo. Sul palco, presto, i versi prendono forma decantati da personaggi noti agli agnonesi come Antonino Patriarca, Saverio La Gamba, Giuseppe Merola, Ugo D’Onofrio e lo stesso Domenico Meo. In scena anche la giovane Nicole Massanisso a rendere la serata ancor più speciale così come la presenza di Lino Mastronardi e Michele Delli Quadri che hanno deciso di musicare alcuni componimenti presenti nella raccolta di Meo.
Infine, rende magico l’appuntamento l’interventoo di Felice Pannunzio. Meo, dopo aver riscoperto il poeta agnonese quasi dimenticato, è riuscito addirittura a farlo arrivare ad Agnone per leggere i suoi stessi versi.
«Ci sono momenti, in cui mi faccio prendere dallo sconforto. Lavorare da soli è dura» ammette Meo al pubblico numeroso «però poi penso a tutti voi che ogni volta mi seguite entusiasti. E vi ringrazio, perché proprio voi siete la forza che mi spinge ad andare avanti. Ed è a voi che mi rivolgo ora: è vero, Agnone sta vivendo un periodo buio ma ora come non mai è necessario lottare e tenere duro».
Giovanni Giaccio