Rigopiano, recuperati i corpi degli ultimi due dispersi. Tra le vittime anche una ragazza di Vasto.
«Abbiamo sperato, pregato, creduto in un miracolo che non si è realizzato. Dopo le ore del pianto riprenderemo il cammino sui sentieri di una vita che, di certo, non capiremo mai fino in fondo…rincorreremo la bellezza in ogni istante e saluteremo ogni nuovo giorno con la luce del tuo sorriso. Ciao Jessica Tinari». Questo il post del sindaco di Vasto, Francesco Menna.
C’erano 40 persone nell’hotel Rigopiano quando la valanga, nel pomeriggio di mercoledì 18 gennaio, ha investito la struttura: 28 ospiti, di cui 4 bambini, e 12 dipendenti, compresi il titolare Roberto Del Rosso e il rifugiato senegalese Faye Dane. A distanza di una settimana tutte le vittime sono state recuperate, 29 corpi; gli ultimi due in tarda serata.
Gabriele D’Angelo è morto assiderato sotto la valanga che ha travolto l’hotel Rigopiano: lo ha stabilito l’autopsia a cui è stato sottoposto, secondo quanto riferisce il medico legale di parte Domenico Angelucci. “Non ci sono segni di traumi né di asfissia come emorragie congiuntivali – spiega il medico -. Secondo noi se fosse stato soccorso entro due ore probabilmente poteva essere salvato”, riferisce il medico di parte della famiglia D’Angelo.
Conferenza stampa del sostituto procuratore di Pescara, Cristina Tedeschini, per fare il punto sulle indagini dell’hotel Rigopiano. Casi di esclusivo schiacciamento, con morti istantanee, e per altri concorrenza di cause, tra quali ipotermia e asfissia. Sono questi, fin qui, i motivi delle morti delle sei persone sottoposte ad autopsia: ha confermato il pm. Finora sono state effettuate 6 autopsie e altre 6 sono in programma.
Nel pomeriggio, nel tribunale del capoluogo adriatico, il punto sull’inchiesta per disastro colposo e omicidio plurimo colposo: “Le telefonate registrate sono state acquisite, io le ho ascoltate e mi sembra evidente che ci siano state incomprensioni relative alle richieste di aiuto lanciate da Giampiero Parete e Quintino Marcella il 18 gennaio”, ha detto il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini. “Al momento non ci sono indagati”, ha dichiarato il pm Tedeschini, che poi ha confermato che in giornata sono state effettuate “acquisizioni importanti” di materiale utile alle indagini. “Sulla base delle informazioni in mio possesso, l’hotel era in possesso di tutte le autorizzazioni”, ha proseguito la Tedeschini. “La situazione complessiva, percepita dagli ospiti dell’hotel il 18 gennaio, era sicuramente di criticità, sia in mattinata sia, soprattutto, nel pomeriggio e c’era una diffusa volontà di lasciare l’albergo”: a dirlo il procuratore aggiunto Tedeschini rispondendo ad una domanda sulle prime testimonianze dei sopravvissuti. “Anche nella giornata precedente – ha proseguito Tedeschini – altre criticità erano state segnalate dal gestore dell’hotel, ma erano di altro tipo, ad esempio relative alla mancanza si gasolio e a problemi di viabilità”. “I bollettini Meteomont sono stati regolarmente redatti, trasmessi e ricevuti dai destinatari istituzionali. Questo e’ un fatto certo”.
“Non ci sono casi in cui la causa esclusiva è l’ipotermia“: così il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini. “I primi sei accertamenti autoptici che sono stati acquisti hanno dinamiche di decesso diverse l’una dall’altra”, ha spiegato. “In alcuni casi, ci sono state morti immediate per schiacciamento, in altri casi ci sono stati decessi meno immediati con concorrenza di cause: schiacciamento, ipotermia e asfissia”. Il procuratore ha poi precisato: “Non ci sono casi in cui la causa esclusiva è l’ipotermia. Abbiamo casi di esclusivo schiacciamento – ha rimarcato – e casi di concorrenza di cause, ma temporalmente assai prossime”.