Sorpresa questa mattina al pontile di Vasto: un finto barcone di immigrati, realizzato con bottiglie di plastica e bancali, è stato ritrovato attraccato al pontile di Vasto Marina.
A bordo, un manichino con tra le mani un cartello che ringrazia il sindaco per l’adesione al comune alla rete di centri di accoglienza SPRAR.
Questa l’ironica protesta messa in atto da CasaPound Italia per protestare contro le politiche di accoglienza messe in atto dalla giunta comunale. “Aprire un ulteriore centro di accoglienza a Vasto, dove gli ospiti dei centri sono già oltre un centinaio, significa sovraccaricare il territorio ben oltre le effettive capacità di accoglienza – afferma Andrea Ciarallo, responsabile vastese di CasaPound Italia, in una nota – A fronte dell’allarme lanciato proprio in questi giorni dal Ministero dell’Interno sul possibile arrivo nel 2017 di oltre 250.000 nuovi immigrati irregolari sul territorio nazionale, che si aggiungerebbero ai 180.000 già ospitati, ci saremmo aspettati una presa di posizione in senso contrario all’apertura di ulteriori centri da parte degli amministratori locali: quello dell’accoglienza si sta rivelando infatti un grande business per poche cooperative aggiudicatrici dei lauti appalti pubblici per la gestione del fenomeno. Un grave fardello per le casse dello stato, che ormai fatica enormemente a trovare le risorse, che vengono così sottratte alla spesa sociale per gli Italiani”.
“Come CasaPound Italia – prosegue Ciarallo – continueremo a portare all’attenzione la realtà dell’accoglienza-business, fino a che non avverrà un deciso cambio di marcia sul tema da parte dello Stato, con lo smantellamento del business dell’accoglienza e l’avvio di politiche volte a contenere l’arrivo sul nostro territorio degli immigrati in partenza dalle coste africane; perlopiù privi dei requisiti per l’ottenimento dell’asilo politico, operando una selezione nei luoghi d’imbarco che impedisca la partenza di chi non possiede alcun titolo per risiedere sul nostro suolo”.
Finto barcone di profughi a Vasto, protesta contro l’invasione degli Sprar
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