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  • Dal barcone alla serie D, la favola del gambiano Algasim Nyang

     

    di Maurizio d’Ottavio

    Per arrivare da Serrakunda, la più grande città del Gambia, in Libia ha impiegato un anno e sei mesi. Poi l’imbarco su uno di quei barconi che spesso si trasformano in casse da morto inghiottite dal Mediterraneo e la speranza di arrivare in quella vista come la terra promessa da migliaia di profughi. La sorte questa volta non ha infierito, e dopo due giorni di navigazione, Algasim Nyang (nella foto a destra), un nome come tanti a bordo, è sbarcato sulle coste della Sicilia. Destinazione Giardini Naxos di Taormina dove ha continuato a tirare calci ad un pallone. La sua passione. Nella grande isola, Nyang ha vissuto undici mesi avendo il primo approccio con l’Italia e gli italiani. Poi il trasferimento al centro Sprar di Agnone dove inizia la favola di questo ragazzotto,  centosessantotto centimetri di altezza, due occhioni malinconici e una progressione  devastante. Gioca per strada Nyang. In piazza Plebiscito, nel cuore del centro storico.

    Serpentine, dribbling, una discreta tecnica non sfuggono agli occhi di Antonio Amicone, titolare di un negozio di frutta che lo segnala immediatamente al direttore sportivo Nicola D’Ottavio nel frattempo investito dai fratelli Colaizzo nell’allestimento della rosa granata. L’operatore di mercato inizia a scrutarlo ad un torneo di calcetto e fiuta che in quel ragazzo c’è qualcosa di buono. Può tornare utile alla causa del club di viale Castelnuovo. Contatta il responsabile dello Sprar, Saverio La Gamba e lo porta in ritiro al ‘Civitelle’. A Nyang mancano le scarpette da gioco. A procurargliele in un batter d’occhio il dirigente tutto fare Gaetano Di Pietro che ne rimedia un paio, ma di un numero più grande. Non importa, Nyang le indossa e inizia la sua avventura in granata sostenuta da un connazionale, Landing Jellow che gli fa da interprete. Corre veloce sulle fasce il gambiano che quasi brucia quello rimasto del malconcio sintetico del ‘Civitelle’. Tuttavia va disciplinato in campo, lezione che spetta ai tecnici Bucci e Orlando.

    E’ un classe ’99 Nyang, merce rara in quarta serie. Bucci e Orlando lo sanno benissimo. Lo sa bene anche la società che intanto lo tessera. Ci siamo: è la vigilia della prima stagionale. Ad Agnone arriva il San Nicolò. Nyang risulta uno tra i venti convocati dal tecnico Bucci. La sua partita è già vinta. Solo un mese fa giocava sui sampietrini. Ma il ragazzo che in Gambia ha lasciato quattro fratelli più piccoli, non si accontenta. Aspetta paziente il suo momento che puntualmente arriva. Siamo al 7’ della ripresa quando sul risultato di uno a uno, Bucci lo butta nella mischia al posto di Lo Destro. La grande opportunità sognata da una vita è finalmente realtà. Al momento dell’esordio Nyang rivede la traversata fatta in Africa per raggiungere la Libia, il Mediterraneo, la sua famiglia. Al 14’ fugge come una gazzella sulla corsia di destra, entra in area e prima di calciare viene messo giù dal portiere ospite. Calcio di rigore che Barbosa trasforma. L’Olympia batte il San Nicolò grazie al penalty procurato da Nyang. Tutto vero. All’indomani dell’impresa Nyang dice di tifare per il Manchester United e di avere come idolo Marchisio della Juventus. Ma non si accontenta. In un italiano ancora stentato ammette che vuole contribuire alla salvezza dell’Agnonese. Con i gol. Il Fabriano, prossimo avversario dei molisani, è avvisato…

    TRATTO DA PRIMOPIANOMOLISE

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