AGNONE – Caccia: il Molise chiude le frontiere. L’avvocato Tagliamonte: «Una decisione sciocca che penalizza l’economia delle arre interne».
E’ ancora il settore caccia a far discutere, questa volta in regione Molise. La bozza di calendario venatorio è approdata in Commissione e presto arriverà in Giunta per il varo definitivo. A criticare aspramente quella bozza è l’avvocato Alfonso Tagliamonte (a sinistra nella foto, ndr) di Agnone, esperto cacciatore.
«Vorrei ricordare agli amministratori regionali che in Molise siamo in assenza di un piano faunistico e quindi tutti gli atti deliberati, compreso il calendario venatorio, potrebbero essere impugnati. Ma tralasciando queste questioni, ciò che voglio sottolineare è l’illogica decisione di chiudere le frontiere, cioè di consentire l’attività venatoria, sul territorio molisano, ai soli molisani. Una decisione illogica che penalizzerà l’economia, già fortemente depressa, dei piccoli centri dell’entroterra montano. In periodi autunnali e invernali, quando non c’è traccia di turisti in Alto Molise ad esempio, i cacciatori che vengono da fuori regione rappresentano l’unica fonte di guadagno aggiuntivo per ristoranti, agriturismo, macellerie, panifici, bar. Con la decisione di impedire l’accesso ai non residenti andrà a sparire anche questa piccola, ma importante, economia locale».
Tra l’altro, vista la decisione del Molise di “chiudere le frontiere”, applicando il principio della reciprocità anche gli Ambiti territoriali di caccia di altre regioni e altre province impediranno l’accesso ai molisani sui propri territori. Un secco stop, dunque, alla migrazione dei cacciatori che comporterà, come è evidente e come sottolinea Tagliamonte, un crollo dell’economia che il mondo venatorio riesce a innescare sul territorio, in particolare delle zone montane.
«E’ come se i residenti di Termoli dicessero: il mare è nostro e gli abruzzesi o gli altri italiani o gli stranieri non possono venirci. Una sciocchezza bella e buona, di cui sono complici, ovviamente, le associazioni venatorie. – continua, caustico, l’avvocato Tagliamonte – Inoltre vorrei capire quale è la motivazione che ha spinto la Regione Molise a fissare a mercoledì, sabato e domenica i giorni fissi per la caccia al cinghiale. C’è un evidente soprannumero di ungulati, con ingenti danni all’agricoltura e la Regione ne limita il prelievo? In Abruzzo, nel Chietino, hanno avviato i prelievi selettivi dallo scorso luglio e in Molise, pochi chilometri dopo il confine con il Vastese, si fissano limiti alla caccia al cinghiale. C’è evidentemente qualcosa che non torna».
Tutti spunti di riflessione che ci permettiamo di girare al delegato regionale alla Caccia, il consigliere Cristiano Di Pietro, restando a disposizione per eventuali repliche o spiegazioni.
Francesco Bottone
effebottone@gmail.com
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