CAPRACOTTA – Il 4 novembre del 1918 finiva la Grande Guerra e l’Italia vinceva la guerra più terribile che il mondo avesse visto fino ad allora.
«Oggi, a cento anni da quel conflitto spaventoso, abbiamo celebrato la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Lo abbiamo fatto con la deposizione di una corona di alloro davanti alle lapidi, erette sulla facciata del palazzo comunale, che riportano i nomi dei giovani capracottesi che morirono per difendere la nostra Patria. Ben sessantacinque dei settecento ragazzi che partirono. Giovani vite umane immolate per la costruzione di un paese unito e libero» spiega il sindaco di Capracotta, Candido Paglione.
«Anche per questo abbiamo il dovere di mantenere sempre viva la memoria di quanto accaduto cento anni fa e di trasmettere alle nuove generazioni il testimone per preservare questo grande patrimonio rappresentato dall’Unità Nazionale. – aggiunge il primo cittadino – Oggi, le “armi pacifiche” della democrazia e del dialogo sono sicuramente il mezzo migliore per contrastare tutte le spinte secessioniste e populiste che potrebbero mettere in discussione l’unità del nostro paese. Oggi è anche il 75° anniversario della barbara esecuzione di Rodolfo e Gasperino Fiadino, i due fratelli fucilati dalle truppe tedesche proprio il 4 novembre 1943, per aver dato ospitalità a soldati dell’esercito inglese. E oggi abbiamo voluto esporre di nuovo la bandiera neozelandese sul balcone del municipio. Lo abbiamo fatto in memoria di Bill Parker, il prigioniero al quale i fratelli Fiadino avevano dato ospitalità. Parker, infatti, tornò a Capracotta nel 1999 proprio per rivedere i luoghi dove era rifugiato e per rendere omaggio alle tombe di Rodolfo e Gasperino. Il suo fu un vero e proprio viaggio della riconoscenza e fu in quell’occasione che egli chiese al comune di Capracotta di voler esporre la bandiera del suo paese ogni anno il 4 novembre. Solo qualche giorno dopo, l’8 novembre del 1943, per Capracotta cominciavano le cinque giornate più terribili della sua storia. Infatti, da quel giorno cominciò la distruzione del nostro amato paese ad opera dei tedeschi. Il 13 novembre, dopo aver distrutto quasi tutto il paese, i tedeschi, finalmente, si ritirarono verso il Sangro».
Capracotta ricorda l’esecuzione dei fratelli Rodolfo e Gasperino Fiadino fucilati dai tedeschi
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