AGNONE – «L’unica soluzione praticabile per salvare l’istituto alberghiero, perché questa situazione ne determina la sicura fine, è che gli studenti maggiorenni, i genitori degli studenti minorenni, i docenti di sala e cucina firmino una liberatoria per la scuola e la Provincia e si rechino nelle cucine della vecchia sede di San Marco, anche se inagibile, per garantire la loro formazione tecnica, tenendo presente che la cucina messa a disposizione da Diana è una piccola cucina in cui tutti gli studenti non entrano, posta in una piccola sala».
Don Francesco Martino, giornalista e sacerdote, attento osservatore della realtà socio-politica dell’Alto Molise, interviene pubblicamente nel dibattito polemico innescato dalla paradossale situazione dell’istituto alberghiero di Agnone: una scuola per cuochi che non ha delle cucine agibili e funzionanti.
Ieri il consigliere provinciale Daniele Saia, in rappresentanza dell’ente che gestisce l’istituto scolastico, ha ammesso candidamente che la «la Provincia non ha soldi per completare i lavori alle cucine, ci pensi la Regione o gli eletti del Movimento 5 Stelle». Una cantilena, quella delle casse al verde, che è diventato l’alibi consueto per un ente inutile cancellato solo a metà. Lo stesso Saia, comunque, si è detto possibilista in merito all’utilizzo delle cucine della vecchia sede di San Marco. Quella struttura è stata chiusa in seguito alle scosse sismiche, ma solo a scopo precauzionale. Potrebbe essere tranquillamente utilizzata da studenti e docenti, questo sostengono sia Saia che don Francesco.
Lo sesso sacerdote infatti spiega: «La mia idea non è quella di un pazzo, perché tutti sappiamo che San Marco non ha riportato alcuna lesione strutturale come da sopralluogo dei Vigili del fuoco e la struttura è integra: solo mancano purtroppo le certificazioni che nessuno farà».
Intanto dalla Regione si apprende che il consigliere regionale Andrea Greco, anticipando in qualche modo la provocatoria richiesta di Saia, ha presentato una mozione, nel corso dei lavori di ieri, per chiedere appunto alla Regione un impegno di spesa per il completamento delle cucine dell’istituto alberghiero di Agnone.