Sono giorni decisivi per il futuro di F2i, il fondo infrastrutturale partecipato da Cassa Depositi e Prestiti. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it nel consiglio del 24 settembre si decideranno i nuovi vertici della società. Uno degli scogli più importanti pare essere stato superato, con la definizione della buonuscita dell’ad Vito Gamberale. Secondo fonti interne alla società la cifra sulla quale è stato trovato l’accordo sarebbe di circa 3,5 milioni di euro. Per quanto riguarda invece le quote del fondo “C”, dovrebbero rimanere congelate in attesa di valorizzazione.
“Don” Vito, che aveva annunciato, mentre era impegnato nella fallita scalata di Telecom Italia, di voler lasciare in occasione del suo settantesimo compleanno (obiettivo raggiunto il 3 agosto scorso), pare si voglia mettere in società con Carlo Borgomeo per il varo della “Banca del Sud”. Borgomeo, 65enne di Napoli, già ad di Sviluppo Italia, è stato anche il primo presidente del settimanale VITA, che si racconta essere molto vicino a Renzi. Il progetto di Borgomeo sarebbe quello di creare un istituto di credito che finanzi i progetti nel sud Italia. Un progetto che potrebbe trovare in Vito Gamberale un interlocutore decisivo.
Intanto, in F2i, continua la battaglia per chi prenderà il suo posto. Dopo l’opposizione del fondo francese di investimento Ardian a una nomina “diretta”, è stata nominata l’head hunter Maurizia Villa, della Korn/Ferry. Una innovazione rispetto all’agenzia Spencer Stuart, che pare gestisca la gran parte delle assunzioni in azienda. C’è chi legge in tutto questo il tentativo di bloccare l’ascesa di Renato Ravanelli, già dg di A2A, che tuttavia è stata proprio la persona selezionata da Maurizia Villa.
A questo punto l’altra casella del puzzle da ricomporre riguarda Carlo Michelini, cfo di F2i, anche lui dato in lizza per diventare ad. Una soluzione, che non troverebbe tuttavia il gradimento di Giuliano Asperti, l’attuale presidente, è quella di nominare Ravanelli presidente con deleghe e Michelini amministratore delegato con meno poteri. A volere questa soluzione non è solo Vito Gamberale, ma anche buona parte della struttura interna, che vede in Michelini l’esperienza e la continuità aziendale. E – anche se in questa partita non ha molta voce in capitolo – su questa posizione potrebbe attestarsi anche il Comune di Milano. Giuliano Pisapia pare non gradisca particolarmente Renato Ravanelli, dopo il suo operato in A2A. E considerando il fatto che in Sea Palazzo Marino ed F2i sono soci, potrebbe essere un particolare non decisivo ma non trascurabile.
Fabio Massa da affaritaliani.it