La legittimità della soppressione del Corpo Forestale dello Stato (CFS) e l’assorbimento del suo personale nell’Arma dei Carabinieri, riforma voluta nel 2016 dal Governo in base alla legge delega Madia, sarà discussa domani, martedì 16 aprile, davanti alla Corte Costituzionale.
Sono tre i tribunali amministrativi che, a seguito dei ricorsi di oltre 3.200 membri dell’ex Corpo Forestale dello Stato, si sono rivolti alla Consulta per valutare se la soppressione del Corpo e la mutazione di status giuridico, da civile a militare, subita dai suoi dipendenti sia legittima.
«I Tar – spiega l’avvocato beneventano Egidio Lizza che interverrà nella discussione dinanzi alla Consulta in difesa del personale ex CFS – hanno considerato la riforma contraria alla ‘libertà di autodeterminazione’ degli appartenenti al Corpo Forestale dello Stato, in mancanza della possibilità di esercitare una scelta pienamente libera e volontaria di divenire personale militare. I giudici dubitano, altresì, della razionalità della riforma che cancella un Corpo ad alta specializzazione per indimostrate esigenze di bilancio. La critica è ancor più severa quando focalizza l’attenzione sul fatto che il disciolto Corpo Forestale dello Stato è sempre stato riconosciuto quale capace tutore del bene ambiente, che è uno dei beni primari del nostro Paese».
La Corte Costituzionale dovrà valutare anche se il Parlamento, nel delegare la riforma al Governo, non sia intervenuto in modo troppo indefinito e generico, e se la scelta del Governo di militarizzare un Corpo di Polizia ad ordinamento civile, sia in contrasto con la tradizione e l’evoluzione giuridica del nostro ordinamento.
In attesa della decisione della Consulta, le migliaia di cause introdotte sull’intero territorio nazionale sono state sospese, potendo la decisione dei giudici costituzionali sovvertire le sorti del Corpo Forestale dello Stato e del suo personale, decise probabilmente in modo poco ponderato.
«L’obiettivo che auspichiamo – conclude l’avvocato Lizza – e su cui peraltro convergono diversi progetti di legge già presentati in Parlamento, è la ricomposizione delle funzioni appartenute al CFS all’interno di una struttura civile del comparto sicurezza, ricreando quelle sinergie indefettibili per tutelare l’ambiente e storicamente assicurate dal CFS con grande efficacia».
Bisogna infine ricordare che la legittimità della soppressione del CFS e l’assorbimento del suo personale nell’Arma dei Carabinieri, sarà ora oggetto di valutazione anche da parte del Comitato europeo dei Diritti sociali, organo del Consiglio d’Europa che sovraintende al rispetto dei diritti sociali e dei lavoratori da parte degli Stati europei, cui si sono egualmente rivolti i dipendenti del CFS per verificare se la riforma subita possa ritenersi conforme all’articolo 1 della Carta sociale europea, che garantisce ad ognuno il diritto a svolgere un lavoro liberamente scelto.