Era inevitabile, lo avrebbe capito anche un idiota. E le cose sono andate esattamente come previsto. Con il concreto rischio, ora, che il numero di abbattimenti di cinghiali, proprio dove sono maggiori le segnalazioni e gli avvistamenti, crollerà in pochi giorni.
La Polizia provinciale, che sta effettuando egregiamente e da mesi operazioni di controllo della specie cinghiale nella zona definita «non vocata» alla presenza dell’ungulato, cioè la fascia litoranea del Vastese, è stata praticamente costretta a sospendere tali attività per evitare pericolose sovrapposizioni. Il problema nasce dalla decisione della Regione, attraverso l’Atc Vastese, di attivare la caccia di selezione al cinghiale nella zona «non vocata». Nei giorni scorsi le squadre che hanno completato il proprio piano di prelievo in selezione nelle zone assegnate hanno dovuto segnalare all’Ambito territoriale di caccia del Vastese alcuni nominativi di selecontrollori intenzionati ad operare nella zona costiera, quella appunto «non vocata» dove è prevista l’eradicazione della specie cinghiale. Si continua a confondere, dunque, selezione e controllo, considerando la prima, a torto, come uno strumento per limitare la presenza del cinghiale sul territorio. E l’apertura di queste zone ai cacciatori di selezione è prevista, pare, proprio per oggi. Inevitabile, dunque, per la Polizia provinciale, sospendere temporaneamente le attività di controllo al fine di evitare sovrapposizioni. Impensabile, infatti, effettuare il controllo mentre si attiva la selezione, non fosse altro che per meri motivi di sicurezza che poi sono i primi che vanno considerati visto che si interviene sul territorio, anche fortemente antropizzato, con una carabina tra le mani. Insomma, la confusione continua, con la Regione Abruzzo che non brilla certo per chiarezza e incisività in merito alla spinosa questione cinghiali. L’attivazione delle selezione, infatti, con la contestuale sospensione del controllo gestito dalla Provinciale, porterà, già in pochi giorni, ad un crollo numerico degli abbattimenti, in un’area dove è prevista invece l’eradicazione della specie. E il motivo è presto detto: la Polizia provinciale si avvale di ausiliari, sprezzantemente definiti “i greci” da soliti soloni primi della classe, che operano già da mesi sul territorio. Questi volontari conoscono bene i posti, sanno dove è possibile intervenire e dove no, perché troppo pericoloso farlo magari, e i risultati parlano chiaro: decine di abbattimenti al giorno, centinaia al mese. Risultati importanti che vanno verso l’obiettivo fissato dalla politica: l’eradicazione del cinghiale lungo la fascia costiera del Vastese. Questi efficienti operatori, coordinati sul campo dalla Polizia provinciale al comando di Antonio Miri, ora sono stati costretti ad una battuta d’arresto: stop, da oggi “ci pensa” l’Atc, fatevi da parte. I selecontrollori messi a disposizione delle squadre non hanno la stessa esperienza operativa dei cosiddetti “greci” e inoltre, occorre ribadirlo, la caccia di selezione ha altri scopi, non quello di ridurre numericamente la popolazione di cinghiali o addirittura di raggiungere l’eradicazione auspicata. La selezione, infine, prevede anche un piano di prelievo assegnato e quindi se non “esce” quell’animale previsto il cacciatore non può abbatterlo. Insomma, un pasticcio bello e buono: da oggi, di fatto, il controllo, l’unico strumento efficace per la riduzione del numero di ungulati, è sospeso, proprio nella zona dove serve maggiormente.
Francesco Bottone