AGNONE. “Non possiamo opporci ad una iniziativa privata che nascerà su un terreno di un cittadino. Quello che abbiamo potuto constatare dal progetto è che l’impianto a biometano non produrrà inquinamento perché alimentato da sottoprodotti quali letame, liquami zootecnici, scarti vegetali di aziende agricole e pollina. Al tempo stesso solleveremo i nostri caseifici dallo smaltimento di siero e al contempo escludiamo l’utilizzo del forsu, la frazione organica del rifiuto solido urbano”. E’ quanto dichiarato dal primo cittadino di Agnone, Lorenzo Marcovecchio durante l’incontro promosso dal circolo di conversazione ‘San Pio’. Davanti un’attenta platea e incalzato dalle domande del presidente del circolo Enzo Delli Quadri, il sindaco ha sottolineato a più riprese che la centrale a biomasse della “Circeo Società Agricola Srl” non ha ancora ricevuto il parere favorevole da parte della Soprintendenza del Molise la quale già in passato ha bocciato una analoga iniziativa presentata dalla Neoagroenergie Srl. Coincidenze del caso vogliono che entrambi i progetti facciano riferimento alla stessa persona, ovvero all’ingegnere e amministratore unico delle due società, Luigi Norgia. L’impianto a biometano dalla capacità produttiva di 250 Smc/h dovrebbe sorgere su un suolo di 21.500 metri quadrati che costeggia la provinciale 74 che da Agnone conduce a Belmonte del Sannio nei pressi del centro di raccolta rifiuti in località Croce Sant’Angelo. L’investimento è pari a circa 3,5 milioni di euro e le ricadute occupazionali vedrebbero l’impiego di dieci unità operative. “L’approvvigionamento delle materie alla centrale a biomasse – ha ricordato inoltre Marcovecchio – arriverà dalle imprese agricole del posto ed escluso altre possibilità. Quella delle biomasse – ha aggiunto l’avvocato agnonese – è una pratica molto utilizzata in Emilia Romagna”. Il digestato, che manterrà le principali caratteristiche dei sottoprodotti originali vista l’assenza di elementi inquinanti – si legge testualmente nella relazione della Circeo Società Agricola – sarà utilizzato sui terreni asserviti all’impianto per mantenere le caratteristiche qualitative dei terreni stessi, in modo da reintegrare in buona parte il nutrimento asportato durante la coltivazione dei prodotti agricoli. La produzione di biometano sarà immessa in una cabina della rete Snam Gas Spa presente nell’area in cui sarà realizzato l’impianto. Sempre nel progetto della “Circeo Società Agricola srl” si evince come la centrale a biomasse avrà un ciclo produttivo pari a 20-25 anni, dopodiché sarà necessario decidere se rifare l’impianto o smaltirlo. A sollevare pesanti perplessità fino al punto di essere contrari all’atterraggio di una centrale a biomasse nel Comune di Agnone, il gruppo di opposizione “Nuovo Sogno Agnonese” che durante l’ultimo consiglio comunale ha annunciato battaglia all’iniziativa. Gli esponenti di opposizione a Palazzo San Francesco al contempo hanno chiesto una presa di posizione, in particolate, alle amministrazioni di Belmonte del Sannio e Poggio Sannita. Infatti i due comuni altomolisani distano pochi chilometri dal terreno interessato alla realizzazione dell’impianto.
“L’impianto a biometano di Agnone non produrrà inquinamento”
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