TRIVENTO – Papa Francesco invita, domenica 17 novembre, a celebrare la Giornata Mondiale dei Poveri. «La nostra intenzione è stata chiara. – spiega don Alberto Conti, parroco di Castelguidone e direttore diocesano della Caritas di Trivento – Per ogni attività concreta che abbiamo compiuto, per ogni iniziativa intrapresa per favorire il lavoro, la formazione e l’imprenditorialità dei giovani, il sussidio delle famiglie, il riscatto dalle dipendenze, fonte di miseria perché la rigenerano nel momento stesso in cui sembrano esserne l’appagamento, per ogni atto di solidarietà fraterna rivolto a tutti gli ultimi, senza distinzioni umilianti, per ogni incentivo fornito alle popolazioni devastate dalle calamità naturali, o da quelle provocate direttamente dallo smarrimento degli uomini, per tutto questo abbiamo tentato di non fuggire dal nostro posto, di non venire meno al nostro ruolo, quello che la nostra fede ci assegna e che adesso il Santo Padre ci ricorda. La lettera del Papa ci induce, dunque, a chiederci di nuovo chi siano oggi, nella nostra Chiesa diocesana di Trivento, i poveri. La prima risposta che diamo senza esitazione è che i poveri sono quelli che ogni giorno bussano alla porta dei nostri Centri d’ascolto Caritas per chiedere il pane quotidiano e l’aiuto per pagare le utenze domestiche.
Sono uomini e donne che portano i segni di una povertà “materiale”, alla quale – possiamo sostenerlo con ragione – non è difficile dare una risposta concreta: la solidarietà arricchisce, infatti, e segna ancora i cuori di tanta parte della nostra gente. Nessuno che entri nei centri Caritas esce senza aver ricevuto un aiuto concreto e una parola di conforto. Ma, nella nostra Diocesi di Trivento, c’è un’altra povertà presente, in maniera drammatica, una povertà trasversale che colpisce tutti e ha bisogno di una risposta “concreta” perché la speranza, per essere vera, deve avere un fondamento. Da ormai ventisei anni, questa Caritas, contando anche sull’ausilio di studi e ricerche sociali e sull’evidenza drammatica delle loro risultanze, ha alzato il velo su questapovertà di tutti, che sta generando tante altre povertà e ne è allo stesso tempo l’effetto: è il dramma, ormai emergenza assoluta, dello spopolamento dei paesi ricadenti in quelle che vengono definite le “aree interne”: interne al nostro paese, rappresentative della sua dorsale più antica e autentica, ma esterne ai pur (oggi) compromessi processi di sviluppo economico, produttivo, urbanistico. Non ci siamo fermati, però, a indicare con tempestività ciò che non si era voluto vedere, non abbiano solamente “denunciato” ritirandoci nella torre di avorio del nostro sdegno, abbiamo invece proposto, abbiamo cercato di definire, in innumerevoli documenti e dalle più disparate tribune, le nostre proposte concrete per invertire il destino demografico dei nostri paesi. Abbiamo avuto spesso la sensazione che le nostre preoccupazioni così come le nostre proposte fossero sottovalutate, considerate alla stregua di periodici sfoghi di profeti di sventura per professione e vocazione. Constatiamo oggi, venendo a conoscenza di nuove iniziative che ricalcano le nostre e che ci auguriamo con tutto il cuore alle nostre possano unirsi per arrivare là dove da soli non siamo riusciti, che una diffusa sensibilità sulle questioni vitali delle nostre zone si è diffusa, sta forse diventando cultura comune. Se è così torniamo con più fiducia all’impegno di tutti questi anni».
E in chiusura don Alberto Conti dà alcuni «suggerimenti»:
«La Messa deve diventare il momento in cui tutta la comunità dei fedeli mette al centro delle sue preghiere i poveri, sull’esempio della preghiera eucaristica che indica in Gesù il modello di amore cui tentare di avvicinarsi nel lungo percorso che porta ciascuno di noi alla santità. I paesi che ospitano i migranti, possono invitarli alla celebrazione della Messa, organizzando subito dopo e là dove sia possibile, un momento di fraternità, con un
“aperitivo” per tutti. Il 21 novembre, alle ore 16,30, presso il Seminario Diocesano di Trivento, ci sarà un incontro con don Gigi Giovannoni e Angelica Romanelli, per parlare delle dipendenze dalla droga, alcol e gioco d’azzardo. In questa occasione sarà annunciato l’apertura di due centri CAT (Club alcolisti in Trattamento), uno a Trivento e l’altro a Agnone, per aiutare le famiglie che vivono il dramma delle dipendenze.
Ai giovani proponiamo di partecipare ai corsi di formazione per apicoltori e orti sinergici. Inoltre la Caritas mette a disposizione una struttura adibita a pizzeria/ristorante per una famiglia che voglia gestirla e iniziare un percorso lavorativo. Partecipare alla Colletta Nazionale Alimentare che si svolgerà, anche in molti negozi della nostra diocesi, sabato 30 Novembre. Le offerte raccolte nell’Avvento di Fraternità saranno devolute ai progetti di
solidarietà della Caritas diocesana. Sia questa che si apre con la terza Giornata Mondiale dei poveri una stagione di segni tangibili, di speranza che diventa realtà e la modifica con la forza, determinata dall’adesione di tanti, eliminando le ingiustizie che la deturpano e la rendono nemica di Dio».