In accordo con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Abruzzo e Molise, sede di Isernia, è stato attivato il piano di monitoraggio dell’epatite E nel cinghiale in Molise.
A tal fine i cacciatori sono invitati a consegnare in busta separata, unitamente al campione di muscolo diaframmatico per la ricerca della trichina, anche un campione di fegato (circa 100 grammi, ndr).
«I dati raccolti serviranno a costruire una prima stima circa l’incidenza della malattia sul territorio molisano, da perfezionare negli anni successivi. – spiega il veterinario Asrem, Antonio Liberatore – Considerata la potenziale pericolosità derivante dalla manipolazione e dal consumo di organi e tessuti infetti, invito a prestare attenzione alle misure di protezione individuale, in fase di eviscerazione, e rinnovo l’invito al consumo di carni ben cotte. Nel contempo, esorto all’inoltro del maggior numero possibile di campioni, che sia pure a stagione venatoria avanzata, saranno funzionali ad aprire una finestra su una problematica di carattere sanitario che coinvolge tutti i portatori di interesse intorno al fenomeno».