ROMA. Sotto piazza Montecitorio c’erano anche loro: i tassisti di origini molisane e abruzzesi che pur di essere presenti alla manifestazione organizzata dai comitati civici e dal Soa, hanno deciso di rinunciare ad una giornata di lavoro. Sono originari di Bagnoli del Trigno, Salcito, Villacanale, Poggio Sannita, Schiavi di Abruzzo, Castiglione Messer Marino e tanti altri comuni al confine tra le due regioni. A cavallo degli anni ’50 e ’60 per mancanza di lavoro si sono trasferirsi nella città eterna dove, con sudore e sacrificio, sono riusciti ad assicurarsi una posizione. Oggi, pur lontani dalla terra che gli ha dato i natali, hanno deciso di abbracciare la lotta per contrastare la chiusura degli ospedali molisani ed in particolare quello di Agnone. “Era importante esserci – ha esordito Tonino Li Schiappoli, portavoce dei tassisti romani, originario di Agnone – per ribadire con forza che gli ospedali dei nostri genitori non vanno chiusi, bensì potenziati. Avere cure efficienti è un diritto sancito all’articolo 32 della Costituzione e quindi vogliamo venga fatto rispettare senza ma e senza se. I nostri anziani meritano rispettano e soprattutto servizi che garantiscano una sanità dignitosa senza dover rischiare la vita nei luoghi dove risiedono. Un Molise senza ospedali è un Molise ancor più povero di quello abbandonato da tanti di noi per problemi lavorativi. Senza una sanità pubblica capace di rispondere ai reali problemi delle persone, non si farà altro che incentivare l’emigrazione e quindi il dilaniante fenomeno dello spopolamento. Non ci fermiamo – conclude Li Schiappoli – la battaglia è appena iniziata, noi tassisti saremo in trincea contro chi pensa di ripianare bilanci in rosso, provocati da una classe politica inetta, e se ne infischia di quello che può accadere ad un essere umano”.
Ospedale Caracciolo, tassisti molisani-abruzzesi a Roma alzano la voce contro tagli
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