Non è vero che gli arresti effettuati dai Carabinieri di Agnone non sono stati convalidati dalla Procura di Isernia. Semplicemente perché i militari della compagnia altomolisana non hanno potuto procedere all’arresto a danno dei tra albanesi solo sospettati di essere componenti della banda di topi di appartamento. Non è vero, ma la percezione dell’opinione pubblica è questa: i ladri erano stati presi e invece ora sono stati rilasciati.
«Già rimessi in libertà, la legge tutela i ladri»; «Vanificato il lavoro dei Carabinieri»; «Ottimo colpo, peccato che già staranno fuori invece di marcire dietro le sbarre»; «I delinquenti vengono in Italia perché si sentono tutelati», sono solo alcuni dei commenti lasciati dagli agnonesi sui social dopo la pubblicazione on line della notizia dei tre fermi operati nella tarda serata di giovedì. Sfogo comprensibile, perché ai cittadini non interessano troppo le distinzioni tecniche tra sospettato, indiziato, fermo di Polizia, arresto in flagranza e successiva convalida; ciò che conta è che i delinquenti siano assicurati alla giustizia e soprattutto messi in condizione di non poter reiterare i reati. Quei furti che creano allarme sociale.
Nell’arco temporale di poche ore, sui social, ormai specchio dell’opinione pubblica, si è passati dall’entusiasmo per una operazione positivamente portata a termine dai Carabinieri, alle proteste per una giustizia considerata troppo garantista nei confronti dei delinquenti. In effetti la flagranza, in caso di furto in abitazione, è una condizione piuttosto remota, difficile che possa verificarsi. I Carabinieri dovrebbero essere presenti nell’atto del furto stesso, mentre il crimine si concretizza. «Mettiamo un Carabiniere dietro la porta di ogni casa?» chiedono polemicamente gli agnonesi sui social. Dopo settimane di furti, che hanno fatto crollare la percezione della sicurezza in tutto l’Alto Molise, la notizia dei tre albanesi in manette è stata accolta quasi come una liberazione. Apprendere, poi, che se la siano cavata solo con una denuncia a piede libero, rende il tutto quasi tragicomico.
Tra chi invoca la legge del taglione e chi minaccia di difendersi da solo anche con armi da fuoco, il messaggio che deve passare e rassicurare i cittadini è questo: l’Arma dei Carabinieri c’è e fa bene il suo lavoro, che è principalmente quello di prevenzione dei reati. Il territorio dell’Alto Molise, dunque, non è ostaggio e preda di ladri e delinquenti, ma è costantemente presidiato dai Carabinieri ai quali dovrebbe andare, ogni tanto, qualche ringraziamento per l’impegno profuso e la dedizione.
Francesco Bottone
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