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  • Aggressione alla postazione 118, Asrem: «Sdegno e rammarico per un fatto grave da condannare»

    Ancora una aggressione al personale in servizio ed ancora una azione da condannare. Nel pomeriggio dello scorso sabato, i familiari di una paziente si sono recati presso la Centrale Operativa del 118 di Campobasso attaccando verbalmente e minacciando medico e infermiere in turno.

    A scatenare l’ira dei parenti della donna delle semplici domande da parte degli operatori al momento della chiamata al servizio di emergenza ed urgenza. Richieste più che lecite prima di qualsiasi intervento.
    Dopo aver raccolto le dovute informazioni, la paziente è stata trasferita in ambulanza al Pronto Soccorso del Cardarelli del capoluogo. Appena dopo, i fatti incresciosi che hanno scatenato grande paura e sconforto nei professionisti del 118 che, senza indugio, hanno denunciato i fatti alle forze dell’ordine.
    Eventi che hanno suscitato sdegno e rammarico nella direzione strategica dell’ASReM, particolarmente attenta alla tutela e alla sicurezza del proprio personale.

    Non a caso, è di recente firma la delibera con cui viene conferito mandato a due avvocati interni all’azienda sanitaria regionale di predisporre gli atti di denuncia all’autorità giudiziaria, in nome e per conto dell’ASReM, e in sostituzione dei dipendenti che non abbiano provveduto direttamente a farlo, a fronte di lesioni lievi, gravi o gravissime del medesimo personale.

    «Il nostro obiettivo – ha sottolineato il direttore generale dell’ASReM, Giovanni Di Santo – è garantire certezza delle cure ed assistenza alle comunità, ma anche sicurezza, di ogni tipo, a pazienti ed operatori. I nostri professionisti, che già vivono il forte disagio di carenza di medici, stanno facendo uno sforzo enorme nello svolgimento del proprio lavoro. Tuttavia vanno avanti per aiutare chiunque ne abbia bisogno. È pertanto intollerabile apprendere di episodi di violenza, verbale o fisica che siano. Come ASReM condanniamo i fatti accaduti e manifestiamo vicinanza al medico e all’infermiere aggrediti, restando a disposizione per qualsiasi intervento richiesto».

    • foto di repertorio

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