“Il Molise è la regione più colpita dalla lunga recessione iniziata nel 2008. Nonostante la ripresa del prodotto interno lordo, rilevata dall’Istat già a partire dal 2014, i sei anni di continue flessioni hanno lasciato una grave lacerazione all’interno della società”. E’ questo quanto contenuto in uno studio della Cisl sulla situazione economica molisana.
“I redditi – evidenzia il sindacato – sono sensibilmente più bassi rispetto alla media nazionale, ma ancor più grave è il solco che divide gli stessi cittadini: il 70% della popolazione non arriva a percepire nemmeno il 40% del reddito regionale. 4 famiglie su 10 sono a rischio di povertà o di esclusione sociale”. Per la Cisl “la caduta della domanda interna e la flessione degli investimenti hanno contribuito ad indebolire il sistema delle imprese, che si è rivelato poco competitivo”. “Moltissime aziende sane, non solo quelle inefficienti, non sono state in grado di superare un periodo di recessione così lungo e impegnativo”.
Particolarmente grave è la situazione del settore edile, che ha perso la metà degli addetti. Scende sensibilmente la cassa integrazione, si dimezza l’ordinaria, va esaurendosi la deroga, resta solo un’impennata della straordinaria nell’area di Campobasso. “Il 2014 – sottolinea il sindacato – segna la svolta anche per l’occupazione, che torna a risalire. Ma oggi, rispetto ai livelli del 2008, mancano ancora 11 mila posti di lavoro. Crescono finalmente i contratti a tempo indeterminato, a fronte di una dinamica molto debole dei contratti a termine. Il tasso di attività, che registra le persone che lavorano, o vorrebbero lavorare, è ancora troppo lontano dalla media nazionale”. (ANSA).