«La sanità oggi è gestita con parametri puramente economici. Questa è una tragedia avallata anche da Governi di sinistra. Quanti siete, quanto producete, quanto lavorate? Queste sono le dinamiche della sanità odierna, dinamiche che esulano dai poteri del singolo o del Consiglio comunale». L’amara constatazione del medico pediatra Italo Marinelli, tra le “vecchie glorie” che stanno puntellando la tenuta stessa del “Caracciolo”, rientrati in servizio dalla pensione.

«Sono rientrato, dopo decenni di assenza dall’ospedale, per garantire un servizio che non viene più garantito. – ha continuato il noto pediatra – Ho visto un personale infermieristico di grandissima qualità, legato al territorio, che crede a quello che fa, ma che è costretto ad operare in condizioni di estrema difficoltà. Non si può pensare di tenere in piedi un Pronto soccorso e un reparto di Medicina con soli due o tre medici strutturati. Questo è fuori dal mondo, è impensabile. Operare in queste condizioni è davvero complicato. L’emergenza urgenza, per questo territorio, è una necessità assoluta, inderogabile. Il 118 medicalizzato h12 è una schifezza. Dobbiamo accettare di ridimensionarci se vogliamo continuare ad esistere, ad esempio trasformando il “Caracciolo” in una Rsa, almeno così si riuscirebbe a salvaguardare l’occupazione del personale. Può essere una risposta. Terza problematica seria: l’assistenza di base. A breve mancheranno i medici di medicina generale. Quarto tema: l’assistenza specialistica. Si deve pretendere che una volta alla settimana l’oculista, ad esempio, debba venire ad Agnone, così come il diabetologo e il reumatologo.

A me, da pediatra, in Umbria, mi mandavano a Città di Castello da Gubbio o a Spoleto da Perugia, anche a sessantadue anni. E io dovevo andare, in silenzio, perché altrimenti sarei stato licenziato il giorno stesso che mi fossi rifiutato. Vi dovete fare carico non tanto di mediazioni, – ha aggiunto il pediatra Marinelli rivolgendosi direttamente all’amministrazione comunale – quanto di rivendicazioni fortissima di diritti, diritti minimi essenziali. Questi personaggi non vanno messi sotto braccio, al contrario vanno presi a calci, vanno stimolati continuamente e anche minacciati. Ci vuole un atteggiamento un po’ più aggressivo. I medici assunti dall’Asrem vanno dove l’Asrem li manda, anche ad Agnone, non dove vogliono andare loro».