L’approvazione dell’ultimo Piano regionale dei Trasporti riporta il Molise indietro negli anni. Ancora una volta a pagare lo scotto maggiore sono i cittadini ai quali sarà privato il diritto alla mobilità visto il taglio di corse su ferro. E’ quanto affermano i consiglieri regionali del M5S, Andrea Greco, Angelo Primiani e Roberto Gravina subito dopo che la maggioranza Roberti approva il nuovo Piano dei trasporti regionali.
“Che il Molise non viva una situazione accettabile in merito al trasporto, è cosa risaputa. Infatti da quattro anni non c’è traccia del passaggio di treni in gran parte della regione – sottolineano i tre consiglieri del M5S – E oggi questo governo continua a favorire decisioni che non fanno altro che penalizzare l’utenza. Se è vero che sui 26 milioni di euro elargiti annualmente dalla Regione a Trenitalia si avrà un risparmio pari a 6 milioni, in concreto si sopprimono servizi fondamentali.
Ed ancora, affermano Greco, Primiani e Gravina: “Mentre l’Europa ci dice di investire più risorse sulla mobilità sostenibile, in Molise si pensa bene di sottoscrivere contratti che non prevedono il potenziamento della tratta Campobasso – Termoli. E’ quanto riporta nero su bianco l’assessore alla viabilità e consulente giuridico del ministro Salvini, Michele Marone con il superficiale tentativo di smentita del vice presidente della Giunta, Andrea Di Lucente. Di fatto si taglia fuori uno dei poli produttivi e industriali più importanti del sud Europa, Termoli, sede portuale, verso direttrici quali il capoluogo di regione e di conseguenza verso la Capitale d’Italia. Contrariamente si investe sul trasporto su gomma con una scelta antieconomica e in barba alla necessità di ridurre l’inquinamento ambientale.
In sostanza si torna ad un “medioevo trasportistico” che inoltre prevede tagli alle corse da Campobasso per Napoli”.
Insomma, l’adozione del Piano regionale dei Trasporti 2022-2031 – stando alle parole degli esponenti pentastellati – tutto è tranne che uno strumento capace di venire incontro alle esigenze di imprese, pendolari, studenti, lavoratori e turisti. “Basterebbe dire che una regione molto simile alla nostra, la Basilicata, ha istituito otto nuove corse su ferro rispetto al passato. In Molise invece la parola d’ordine è sopprimere o partecipare alla distruzione della rete ferroviaria esistente. Vengono tagliati circa 500mila chilometri di corse per poi foraggiare i “soliti noti” che hanno il monopolio del trasporto su gomma in assenza di una vera gara d’appalto. Infatti, dal 2008 il Molise va avanti con contratti ponte che non fanno altro che aumentare i costi. Su questo tema da anni proponiamo di rivedere quei contratti e bandire una nuova gara per abbattere la spesa, ma di tutto questo nel Piano dei Trasporti non c’è traccia”.
Non è tutto. Perché sotto la lente d’ingrandimento finisce anche la metropolitana leggera Matrice – Boiano, che stando al documento dell’assessore Marone, “non vedrà mai il transito di un treno. Infatti, l’esponente dell’esecutivo Roberti scrive testualmente che “non verrà attivata la Metropolitana leggera, che presenta evidenti carenze infrastrutturali dovute alla presenza di un solo binario e 3 passaggi a livello nel centro abitato di Campobasso con gravi ripercussioni sul traffico veicolare cittadino per il passaggio dei treni ogni 35 minuti”.
Dunque, concludono “un modo per legittimare lo spreco di oltre 20 milioni di euro per realizzare stazioni e quant’altro che in futuro rappresenteranno veri “musei dello sperpero” di un Molise sempre più leader in quanto a opere pubbliche mai ultimate o entrate in funzione. E’ questo l’amaro risultato che dimostra il fallimento di un progetto faraonico, da noi contestato, ma voluto dall’allora presidente Frattura sostenuto dall’attuale sottosegretario Vincenzo Niro e dall’assessore Salvatore Micone che oggi siedono tra i banchi della maggioranza Roberti. In definitiva, il Piano dei trasporti approvato in Aula evidenzia un dato su tutti: siamo l’unica regione d’Italia che decide di invertire il trend. Non ci sarà nessun risparmio, ma solo un ulteriore depauperamento dei servizi per i cittadini”.