L’autonomia differenziata penalizza ancor di più le regioni del Sud Italia e darà il colpo mortale alle aree interne dell’Appennino. Ne è convinto il sindaco di Capracotta e presidente dell’Uncem Molise, Candido Paglione, che torna ad intervenire del dibattito pubblico sulla cosiddetta autonomia differenziata mentre sono in fase di definizione i “livelli essenziali delle prestazioni”, una definizione che richiama immediatamente ai disastri dei livelli essenziali di assistenza che si applicano, almeno sulla carta, in materia di sanità. E secondo Paglione è in atto una strategia di distrazione di massa degli italiani e dei molisani.
«Mentre gli italiani sono, artificialmente o volutamente distratti dagli affari di cuore dell’ex Ministro Sangiuliano e dal premio che Elon Musk ha generosamente elargito a Meloni, e i molisani presi da altri problemi, l’autonomia differenziata compie ulteriori, sciagurati, passi in avanti, senza che nemmeno il Parlamento ne venga coinvolto», spiega infatti il presidente Uncem.
«Stanno per essere decisi i famosi LEP, livelli essenziali delle prestazioni che, sulla carta, dovrebbero garantire alle regioni più deboli una sorta di paracadute; nei fatti ne segneranno la definitiva condanna. – va giù duro Paglione – Perché, come ha evidenziato un’ottima inchiesta del quotidiano “Il Manifesto”, tra commissioni e sottocommissioni, comitati di esperti e organismi tecnici vari, dove nei posti chiave sono presenti “tecnici” di fiducia di chi ha voluto l’autonomia differenziata, le decisioni sono prese lontano dagli occhi indiscreti dell’opinione pubblica e dello stesso Parlamento. E nemmeno è servito porre l’illuminato giurista Cassese al vertice del Comitato: la volontà politica delle regioni del Nord, Veneto in testa, sta avendo la meglio».
Entra poi nel dettaglio tecnico il presidente molisano dell’Uncem: «In soldoni, stabilire i fabbisogni finanziari delle regioni, lasciando invariati i saldi, come sta proponendo la Commissione tecnica, vuol dire che ci sarà un’ulteriore redistribuzione delle risorse, ma non a vantaggio dei più deboli bensì dei più forti, visti i criteri impiegati per definire i LEP, in cui rientra anche il costo della vita, notoriamente più alto al nord, tanto per fare un esempio. Non resta che confidare – dunque – sul referendum abrogativo della legge Calderoli, al quale la nostra comunità ha dato un contributo significativo in termini di firme raccolte, lanciando un preciso messaggio politico. Perché se le regioni del Sud sono l’anello debole della catena, le aree interne del Sud rappresentano l’estrema punta di disagio. E l’autonomia differenziata non farà che darle il colpo di grazia».