AGNONE – Più di un voto su tre di quelli presi dalla lista “Insieme per Agnone“, collegata al candidato poi eletto sindaco Lorenzo Marcovecchio, nel giugno del 2016 andò a Linda Marcovecchio. La ex vicesindaco, infatti, conquistò ben 466 preferenze, su un totale di 1276 voti di lista; un dato personale che si attesta intorno al 36,5 per cento rispetto del totale. Una valanga di voti, grazie ai quali la lady di ferro “asfaltò” letteralmente dei nomi noti del centrodestra, come Edmondo Amicarelli, fermo a meno della metà, o Germano Masciotra. Basterebbero questi ricordi e questi numeri a convincere il sindaco in carica, Lorenzo Marcovecchio, a rassegnare le dimissioni da primo cittadino. Dopo le dimissioni, nei giorni scorsi, della vicesindaca, infatti quel suo personale 36 abbondante per cento andrebbe considerato sottratto al consenso di cui gode o forse godeva il centrodestra locale. Ne è convinto un ex amministratore comunale di Agnone, già assessore in giunte di centrosinistra, Armando Bartolomeo, conoscitore delle dinamiche politiche e partitiche della cittadina dell’Alto Molise.
Commentando le recenti vicende amministrative, che hanno visto un vero e proprio terremoto in giunta con le dimissioni congiunte della vicesindaco Marcovecchio e dell’assessore al Bilancio, Annalisa Melloni, l’inossidabile socialista Bartolomeo spiega: «L’onestà intellettuale dovrebbe essere neutra: né di destra né di sinistra, un sentimento che dovrebbe, inoltre, accomunare tutti. Quindi basterebbe pensare che senza i voti della vice sindaco Linda Marcovecchio questa maggioranza non sarebbe arrivata neanche seconda alle elezioni». Già, perché le elezioni del 2016 videro tre liste concorrenti: quella dell’eletto Marcovecchio, che vinse con 1276 voti contro i 1223 del centrosinistra e i 715 del resto del centrodestra di “Agnone Identità e Futuro“. A conti fatti la vittoria c’è stata, ma sul filo di lana: 39 per cento contro il 38 del centrosinistra. Ed ecco che diventa ancora più chiara l’analisi elettorale e politica di Armando Bartolomeo. Senza i voti, la famosa valanga, di Linda Marcovecchio, il sindaco attuale «non sarebbe arrivato neanche secondo». E’ matematica, prima che analisi politica. Come a dire: Lorenzo sta su quella poltrona solo grazie a Linda. Questa la sintesi del pensiero del socialista Bartolomeo. E ora che Linda non c’è più in Giunta, perché appunto si è dimessa da assessore in forte contrapposizione con l’indirizzo politico impresso al centrodestra dal sindaco Lorenzo, sarebbe logico, sempre secondo Bartolomeo, restituire la parola agli elettori. «Mi sembra troppo semplicistico andare avanti come se nulla fosse successo» commenta infatti caustico rispetto al rimpasto in giunta appena varato dal primo cittadino. Considerazioni che trovano in qualche modo sponda nelle dichiarazioni delle opposizioni e dello stesso consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Greco. Tutti, dai consiglieri comunali di minoranza, al regionale pentastellato, hanno sottolineato che la maggioranza di centrodestra è ormai “sfasciata”, non c’è più e sarebbe corretto, da un punto di vista politico, tornare alle urne. Ma ci sono i famosi tecnicismi, gli stessi che ad esempio tengono insieme al Governo del paese il Pd, uscito pesantemente sconfitto dal voto, con il M5S che prima stava con l’odiato Salvini. Fino a quando Lorenzo Marcovecchio avrà i numeri in Consiglio e in Giunta per mandare avanti la baracca e soprattutto approvare il bilancio, la fascia tricolore resterà nelle sue mani, alla faccia, se vogliamo, del popolo sovrano e delle famose preferenze di Linda Marcovecchio. Se vale per il professor Conte vale anche per l’avvocato Marcovecchio. E’ la democrazia rappresentativa che funziona così… bellezza. Lorenzo dunque resta in sella, con il rimpasto in giunta che solo sulla carta ha ricompattato la maggioranza di centrodestra. «La politica attuale richiede queste becere performance, – aggiunge in chiusura Armando Bartolomeo – ma, non dimentichiamolo mai, la gente ne fa tesoro…».
Francesco Bottone