Certificati di taratura delle armi gratis per tutti i cacciatori abruzzesi. E’ questa la risposta del direttivo del campo di tiro “Auro d’Alba” di Schiavi di Abruzzo alla singolare decisione della Regione Abruzzo di accettare una autodichiarazione al posto del certificato di taratura delle armi per la caccia di selezione.
«La sicurezza dei cacciatori e l’etica venatoria sono, per noi dell’Auro d’Alba, cacciatori e tiratori sportivi, delle priorità assolute, da sempre. Ed è per questo che abbiamo deciso, senza pensarci due volte, di rilasciare gratuitamente i certificati di taratura delle armi da utilizzare nella caccia di selezione al cinghiale». Così Francesco Bottone, presidente dell’associazione sportiva “Auro d’Alba”, che gestisce l’omonimo campo di tiro a Schiavi di Abruzzo (CH). Una secca replica alla discutibile determina firmata dalla dottoressa Sico, in nome e per conto della Regione Abruzzo, con la quale viene stabilito arbitrariamente che ai cacciatori di selezione non serve più un certificato di taratura delle armi, rilasciato da un tiro a segno nazionale o da un campo di tiro, quindi da una figura terza, ma basta una autocertificazione da parte dello stesso cacciatore per poter praticare i prelievi di cinghiali in selezione.
«La frequentazione dei campi di tiro e dei poligoni andrebbe incentivata dalle istituzioni, perché in quelle sedi, pubbliche o private che siano, si prende maggiore dimestichezza con le armi da fuoco, a tutto vantaggio della sicurezza propria ed altrui. – spiega Bottone – Invece dalla Regione Abruzzo arriva questa inopinata e sconclusionata determina che lascia passare un messaggio fuorviante: i cacciatori possono uscire a caccia di selezione anche con armi non tarate e controllate, perché basterà autocertificare, sulla base di quali competenze tecniche non è affatto chiaro, che la propria carabina è tarata. E dove la provano? In garage? Pare che la ratio della norma, dettata dalla politica e recepita acriticamente dai funzionari della Regione, sia da cercare nell’intento di far risparmiare dieci o venti euro ai singoli cacciatori di selezione.
Quello, infatti, è il compenso medio che i campi di tiro prendono per il rilascio dei certificati di taratura, un rimborso spese e nulla più, perché un direttore di tiro deve stare lì sul posto ad azzerare l’ottica dell’arma e a certificare, appunto, che il tiratore, con quella specifica arma, è in grado di piazzare quattro colpi a cento metri all’interno di un bersaglio di quindici centimetri di diametro. Non certo un’impresa improba, non ci vuole uno sniper, ma noi del settore possiamo e dobbiamo testimoniare che per molti cacciatori di selezione non è così scontato. Se il problema sono i venti euro, – aggiunge incredulo Bottone – diciamo subito che il nostro campo di tiro rilascerà gratuitamente i certificati di taratura delle armi per caccia di selezione. Perché sapere dove tira la propria carabina, che ha una gittata di qualche chilometro, forse è assolutamente indispensabile. E perché la sicurezza di un abbattimento pulito, che non crei problemi o danni a terzi, e lasci l’animale sul posto, evitandogli inutili sofferenze, vale molto più di venti euro, forse questo sfugge alla Regione Abruzzo e anche a Federcaccia».
Antonio Rosica