La Giunta regionale d’Abruzzo, nella seduta che si è tenuta nella sede di Pescara qualche giorno fa, sentito il parere dell’Ispra e sulla base di piani di abbattimento selettivi, ha approvato il disciplinare tipo per la caccia di selezione con riferimento alla caccia di selezione alla specie cinghiale che viene consentita dal 1 marzo al 30 settembre 2020.
Ora spetta agli Ambiti territoriali di caccia porre in essere tutte le misure propedeutiche necessarie all’attivazione della caccia di selezione.
Intanto il prossimo 7 marzo il nascente gruppo “Cinghialai d’Abruzzo“, presso l’Hotel Adriatico di Montesilvano, a partire dalla ore 10, organizza un convegno dal titolo “Il piano faunistico, cinghiale e agricoltura, quale futuro?“. Relatori dell’evento Massimo Marino, Marco Damiani, Carmine Presutti che tratterà dell’impatto del cinghiale sul territorio, Dino Rossi in rappresentanza degli agricoltori, Roberto Pigliacelli sul tema “Evoluzione della cinofilia nella caccia al cinghiale” e il tecnico Fabio De Marinis sulla “Valorizzazione della carne di cinghiale, le filiere selvatiche“. Chiuderà i lavori l’avvocato Piervincenzo Fasciani sul tema “I danni da cinghiale e la normativa di riferimento“. Secondo i cinghialai il nuovo piano faunistico venatorio in via di approvazione dalla Regione Abruzzo, non si capisce bene per quale ragione, andrebbe a penalizzare la tecnica di caccia in braccata, quella che si esegue con i segugi. In particolare viene contestato l’ampliamento della zona non vocata alla presenza del cinghiale, quella costiera più antropizzata, dove, secondo l’interpretazione data dagli stessi cinghialai al piano faunistico, non sarà consentita la braccata.