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  • Capitale italiana della Cultura 2026, il manifesto di Sophia vale più di mille progetti

    Si sono chiuse ieri a Roma le audizioni per Capitale italiana della cultura 2026. La commissione composta da Davide Maria Desario (presidente), Virginia Lozito, Luisa Piacentini, Andrea Prencipe, Andrea Rebaglio, Daniela Tisi, Isabella Valente (componenti), è ora chiamata a stabilire chi delle dieci proposte risulterà quella vincente. Scelta non certo facile considerati i progetti, tutti validi, messi in campo. Agnone e il Molise se la giocano. Il 29 marzo è prevista la proclamazione della città vincitrice.

    Nel frattempo riproponiamo il discorso integrale di Sophia Marnelli, la quasi 19enne liceale di Agnone, che con le sue parole ha descritto in maniera ineccepibile la realtà in cui vive. Un discorso che ha colpito in particolar modo il presidente Desario che, a fine audizione, si è voluto complimentare personalmente con Sophia. Un gesto che fa ben sperare. Nel frattempo la ragazza agnonese ha guadagnato l’editoriale di Primo Piano Molise che nell’edizione odierna titola così: “Immensa Sophia, orgoglio del Molise”. Di seguito le congratulazioni del direttore Luca Colella.

    Di seguito il discorso di Sophia:

    Agnone è un piccolo centro, anzi, piccolissimo, però per noi giovani ciò non ha mai rappresentato un limite, ma una possibilità.

    Innanzitutto perché ad Agnone la natura è generosa: viviamo in simbiosi con essa rispettandola, proteggendola e amandola. E questa profonda armonia consente non solo un benessere fisico, ma anche e soprattutto psicologico per gli abitanti, perché viviamo in un clima sereno e tranquillo, in una realtà che non soffoca l’uomo, ma lo abbraccia delicatamente.

    Inoltre il numero contenuto di abitanti ad Agnone consente di stringere tra noi rapporti quasi familiari, soprattutto a scuola dove i professori possono seguirci come amorevoli genitori, scrupolosamente, cosicché quella “sociata concordia” sia il fulcro degli insegnamenti proficui che ci regalano.

    Questo vivo legame, al di fuori dell’ambiente scolastico, infonde nelle vene dei giovani, sin dalla nascita, l’amore  per le tradizioni e per la storia delle nostre radici, conservando tutto con cura dei minimi dettagli. Noi siamo il fuoco futuro e la storia nelle nostre mani che amano e sanno far brillare la cultura nelle sue vive sfaccettature, in ogni minimo gesto, in ogni particolare ed è proprio questa la bellezza della nostra passione: non languisce con il passare del tempo, perché dalle nuove generazioni custodita come un tesoro di inestimabile valore che dà luce alle piccole cose.

    Potrà sembrare paradossale, ma ad Agnone avviene un miracolo. Concordiamo tutti che il bene più prezioso sia il tempo, ebbene, ad Agnone si dilata.

    Seneca nel “De Brevitate vitae” scrive: “Non exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus”, ossia che il tempo che c’è stato concesso non è poco di per sé, siamo noi che ne perdiamo molto. Però ad Agnone non c’è perdita di tempo: non ci sono file, non c’è traffico…non c’è attesa inutile!

    Tutti sappiamo che per coltivare una passione c’è bisogno di tempo, soprattutto per la cultura, ad Agnone abbiamo la fortuna di poterle dedicare tutto l’amore che merita, tutto il tempo.

    Perché in una vita dove tutto scorre con un movimento frenetico, vertiginoso, violento, noi, invece, possiamo godere della lentezza, apprezzando ad uno ad uno, riposatamente, gli attimi di questa vita fugace, che non sono strappati via con furia dalla velocità, ma sono ben piantati qui.

    Per concludere, le piccole realtà non sono piccole risorse, lo sono soltanto nelle menti piccole di chi si ostina a non volerne cogliere le grandi possibilità…non per difetto di poesia delle cose, ma di vista negli occhi.

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