CROVILLI. La Pro Loco “Monteferrante” di Carovilli ha organizzato anche quest’anno la festa della “mort cazzuta”: una manifestazione in cui i bambini si sono divertiti con dei giochi e delle maschere improvvisate, i papà hanno potuto dimostrare la loro abilità nell’intagliare le zucche, le mamme hanno dato prova della loro bravura e fantasia a preparare dolci.
Questa festa ha una storia molto antica in numerosi paesi molisani, storia che non ha niente a che fare con la notte di halloween che ora gli americani e la pubblicità delle industrie interessate hanno diffuso praticamente in tutto il mondo.
La nostra festa in primo luogo si svolge nella sera prima del giorno dei morti ed è dedicata a loro, tanto che in quella cena si è sempre mangiato un piatto contadino particolare: “sagn e jerv” cioè sagnette, preparate con acqua e farina, accompagnate dalla verza che abbia subito la prima gelata dell’anno, che la rende molto tenera, ben condita con pancetta di maiale. Un piatto di questa pietanza viene messo sul davanzale di una finestra, a disposizione dei parenti defunti, che secondo la credenza antica, in quella notte tornano a visitare la casa. Di fianco al piatto si mette una zucca svuotata e intagliata (questo significa cazzuta) con una candela accesa all’interno, cui viene data un’espressione sorridente, oppure spaventosa, o piangente, o beffarda in modo tale da rappresentare la morte secondo la visione personale dell’intagliatore.
Ebbene, nel pomeriggio del 1° novembre si sono dati appuntamento tutti i bambini di Carovilli per celebrare questa antica festa paesana. Molti hanno consegnato le zucche a Luigi Colitto, unico rappresentante della Pro Loco che si è spontaneamente attivato per organizzare la festa, rimasto solo perchè molti erano ad Amandola per ufficializzare il gemellaggio con quella Pro Loco, numerosi altri hanno consegnato i dolci.
I bambini erano quasi tutti mascherati e truccati, chi non lo era ha potuto farlo sul posto utilizzando i trucchi messi a disposizione. Il Circolo Sociale, di solito tristemente appartato e poco illuminato quella sera ha riacquistato vitalità e l’antico splendore con un addobbo di palloncini colorati, musica adatta all’evento e le voci allegre e squillanti dei bambini.
Anche gli adolescenti, solitamente poco inclini a prender parte a questo tipo di feste rievocative, nella loro smania di crescere in fretta, stimolati dall’atmosfera che Luigi Colitto ha saputo creare, hanno partecipato, si sono mascherati ed hanno fatto divertire tutti i presenti. Infine il momento centrale della serata è stato quello della scelta della zucca e dei dolci da premiare. Allora una grande giuria popolare, costituita praticamente da tutti i presenti, ha deciso che la zucca più bella fosse quella di Annamaria.
I dolci sono stati premiati secondo una speciale classifica: il più spaventoso è risultato quello di Luigi, il più buono, ma senza assaggio, è stato votato quello di Daniela, il più “cazzuto”, cioè attinente alla festa, quello di Francesca.
Ma soprattutto, nonostante il freddo intenso, gli abitanti si sono riappropriati della piazza di Carovilli, il famoso salotto a cielo aperto, che, abbandonato il tetro aspetto di parcheggio per gente pigra, è tornata al suo caratteristico splendore.