«La qualità e l’efficienza della sanità sono aspetti fondamentali per migliorare la vivibilità di una regione e contrastare lo spopolamento. In Molise troppo spesso si parla di sanità per fini elettorali e senza prospettive future, oggi invece, oltre cento sindaci molisani si sono recati a Roma per chiedere cosa vuole fare il Governo con la sanità in Molise e quindi del Molise stesso».
Sono le parole del sindaco di Torella del Sannio, Gianni Meffe, che ha preso parte alla manifestazione insieme agli altri sindaci molisani davanti alla sede del Ministero della Sanità. La presenza dei sindaci in fascia davanti alla sede del dicastero retto dal ministro Schillaci è semplice: in Molise, ad Agnone, per dire, come a Isernia o Campobasso, i cittadini devono avere gli stessi diritti e lo stesso trattamento di accesso alle cure sanitarie dei residenti a Roma o a Milano. Semplice, quasi banale, ma ancora oggi c’è bisogno di ribadirlo.
«Pensare che tutto possa restare così com’è è impossibile, – continua il sindaco Meffe – ma a sacrifici da subire bisogna collegare vantaggi in termini qualitativi. Vedremo cosa farà il Governo, di certo competenza e la disponibilità del Ministro Schillaci e del suo Capo di Gabinetto lasciano ben sperare, soprattutto in merito alla revisione del Decreto Balduzzi».
Una delegazione di sindaci, guidata da Daniele Saia, ha poi incontrato di persona il Ministro Schillaci nelle cui mani è stato presentato il documento elaborato con le osservazioni e le specifiche richieste sulla organizzazione del sistema sanitario molisano, «che ci porterebbe – ha spiegato Saia – verso un modello più equo e realmente a tutela del diritto alla salute».
In sintesi queste le richieste dei sindaci: rimediare alla scarsità di personale sanitario tramite una serie di azioni legislative come l’abolizione del tetto alla spesa per il personale dipendente, lo stop al blocco dei rinnovi contrattuali e l’aumento dei posti di specializzazione post laurea medica e infermieristica. Rivisitare il DM 70 in favore di una reale tutela delle aree disagiate e di rivedere i criteri di nomina dei Direttori Generali delle Asl.