Autogol di Caterina Cerroni, quasi allo scadere. La metafora calcistica ci serve per spiegare quello che è successo nelle ultime ore di campagna elettorale della giovane candidata molisana e agnonese. La stessa ha a che fare con un elettorato particolarmente sensibile alle questioni cosiddette etiche.
«Le elezioni del 25 settembre non saranno un momento qualsiasi. Saremo chiamati a esprimere un voto sulla libertà delle donne e sul diritto a decidere sui nostri corpi». Ha dichiarato Caterina Cerroni, segretaria nazionale dei Giovani democratici, capolista del Partito democratico alla Camera in Molise. «I molisani, in particolare, dovranno scegliere tra eleggere qualcuno che in Parlamento sosterrà il diritto delle donne a decidere se portare a termine o no una gravidanza e una destra che vuole costringere tutte le ragazze e le donne che rimangono incinte a partorire, come sta progressivamente succedendo negli USA».
«Il dato del Molise – ha aggiunto l’esponente Dem – è il peggiore di tutto il territorio nazionale: dal primo gennaio 2022 è rimasta una sola ginecologa che pratica l’interruzione volontaria della gravidanza in tutta la regione, nel Policlinico di Campobasso. Tutti gli altri ginecologi sono obiettori di coscienza e per abortire bisogna per forza spostarsi in altre regioni». «Il Molise ha anche il più alto tasso di obiezione di coscienza tra il personale non medico: oltre il 90 per cento. – ha continuato Cerroni – Un altro dato terribile è quello sugli aborti farmacologici: la pillola RU486 è il metodo più sicuro e semplice per abortire per le donne, senza costringerle a un intervento chirurgico. In Italia puoi abortire con la pillola RU486 in media nel 35 per cento dei casi, ma in Molise solo nell’1,9 per cento dei casi. Questo dato – ha poi chiuso Cerroni – ci fa capire che invece di andare avanti, in Molise si guarda indietro e si fa la guerra alla libertà delle donne di decidere cosa fare con il proprio corpo in modo sicuro e senza inutile dolore e complicazioni. Cari concittadini molisani, avete il potere di compiere una scelta: scegliamo di stare dalla parte delle donne. Scegliamo di guardare avanti».
Posizioni legittime e coerenti con la sua estrazione politica, quelle della candidata Cerroni, che tuttavia qualcuno in città e nelle sagrestie considera troppo progressiste per una realtà elettorale come Agnone, «un po’ bigotta e reazionaria». La presenza nelle liste di una candidata agnonese, infatti, avrebbe portato anche gli elettori non dichiaratamente del Pd a votare per la giovane e rampante Cerroni. I democristiani, per capirsi, i cattolici praticanti, che poi sono la maggioranza anche ad Agnone. Questa uscita chiara e netta in favore dell’aborto, ora, mette in difficoltà l’elettorato più moderato, quello che segue le indicazioni dei parroci ad esempio, e gli stessi sacerdoti di zona che da sempre strizzano l’occhio al Pd.
Francesco Bottone