Ennesima proposta di riperimetrazione del Parco Sirente Velino. Il disegno di legge, approvato dalla Giunta regionale e pubblicato in questi giorni sul sito della Regione Abruzzo, contempla una nuova cartografia con il taglio di circa 8000 ettari nel territorio soprattutto nella Valle Subequana, ma anche sull’Altopiano delle Rocche a fronte di qualche Comune lungimirante che ha voluto aumentare il proprio territorio nel Parco.
«Una riperimetrazione che ha dell’incredibile, contraria a ogni logica, non solo tecnico-scientifica di continuità e tutela ambientale, ma anche amministrativa e di buon senso: ci si potrebbe ritrovare, infatti, a percorrere un sentiero con un piede nel Parco e l’altro no. – protestano Wwf e altre associazioni animaliste».
Alla base della nuova riperimetrazione, si legge nella relazione che accompagna la proposta di legge, ci sarebbe la necessità di arrivare a migliorare le condizioni degli imprenditori agricoli danneggiati dai danni da cinghiale.
«La Regione Abruzzo, invece di gestire in maniera attiva e propositiva la problematica dei danni e dei conflitti e di rendere il Parco regionale un esempio di pratiche innovative, in modo da collocarsi sullo scenario nazionale quale modello da seguire e “fare scuola” per altre realtà, come la fauna di pregio abruzzese richiederebbe, cosa fa? Insiste nel voler risolvere il problema dei cinghiali attraverso i cacciatori che sono coloro che il problema lo hanno creato con le massicce reimmissioni degli anni passati e che non hanno alcun interesse a trovare una soluzione. La Regione vorrebbe eliminare il problema riducendo il territorio del Parco, spostando altrove le problematiche e declinando ancora una volta all’assunzione di responsabilità che la gestione delle aree protette richiede. Da una Regione come l’Abruzzo ci si aspetterebbe di lavorare per l’ampliamento delle aree protette e non certo per la loro riduzione».
Le Associazione ambientaliste «non possono assistere inermi a tutto questo, lanciano una petizione on line chiedendo a tutti i cittadini di collaborare con la propria firma per scongiurare la scellerata proposta di legge che vuole ridurre il perimetro del Parco. Le energie degli amministratori del territorio vengano investite per far uscire il Parco dal commissariamento, lavorando su proposte concrete anche di sviluppo economico che siano in grado di coniugare le reali esigenze del territorio e delle sue imprese e la salvaguardia ambientale».