Controllo cinghiali, non c’è tempo da perde: serve ora una modifica della delibera di Giunta regionale, ma nell’attesa il comparto tecnico della Regione dà il via libera alla Polizia provinciale per effettuare gli abbattimenti avvalendosi anche dei cacciatori volontari, gli odiati selecontrollori.
Mentre l’estate avanza e i cinghiali si ingozzano di colture, aspettando ora che anche l’uva sia matura, la maggioranza in Regione Abruzzo perde altro tempo prezioso ad evidente detrimento degli agricoltori. E se la politica cincischia, è il comparto tecnico che finalmente forza la mano assumendosi le responsabilità del caso. Dopo la recente modifica dell’articolo 44 della legge regionale 10/2004 nella parte che norma e regola il controllo della fauna selvatica, la Polizia provinciale, braccio operativo della Regione in materia di contenimento cinghiali, attende delucidazioni per riprendere gli abbattimenti. Delucidazioni che sembrano essere arrivate.
In una nota siglata dalla dirigente Gabini e dalla direttrice Sico e indirizzata agli Atc e alla Polizia provinciale si legge testualmente: «Il legislatore ha ampliato la platea dei soggetti che possono partecipare all’esecuzione degli interventi di controllo al fine di sopperire al limitato numero di personale in servizio appartenente ai corpi di Polizia provinciale e di contrastare il costante e significativo aumento di ungulati registrato negli ultimi anni e dei conseguenti danni alle colture agricole. Tale modifica – sottolineano le due responsabili degli uffici regionali – è coerente con quanto statuito con la sentenza n. 21/2021 della Corte Costituzionale che ha previsto come legittimo il coinvolgimento nelle operazioni di controllo di ulteriori soggetti rispetto a quelli previsti dall’articolo 19 della legge 157/1992 a condizione che: sia stata acquisita una formazione specifica “sulla base di programmi concordati con l’Ispra”; il coinvolgimento avvenga sotto il coordinamento della Polizia provinciale. In particolare – ricordano le due funzionarie regionali – è stabilito che “gli Atc organizzano le attività gestionali, ivi compresi i piani di abbattimento delle specie selvatiche” e che “l’attuazione dei piani di abbattimento è coordinata dal personale della Polizia provinciale in collaborazione con gli Atc territorialmente interessati”. Per dare puntuale esecuzione a tali previsioni occorre rivedere le modalità operative riportate al capo D della delibera di Giunta regionale n. 139/2019. In attesa che si adottino le nuove modalità operative per l’esercizio del controllo, alla cui redazione gli uffici stanno già lavorando, la situazione di emergenza in corso per i danni causati dalla fauna selvatica alle colture non consente interruzione alcuna alle attività di contenimento della fauna selvatica che si stanno svolgendo.
Pertanto, – chiudono Gabini e Sico – fino all’adozione della nuova disciplina, il controllo della fauna selvatica continuerà ad essere svolto secondo le modalità finora applicate dalla Polizia provinciale avvalendosi dei soggetti riportati alle lettere da “a” ad “e” del comma 7 dell’articolo 44». Cioè i proprietari o conduttori dei fondi nei quali si attuano i piani di abbattimento, il personale di vigilanza dei Comuni, le guardie venatorie volontarie, le guardie ambientali volontarie, i cacciatori formati attraverso appositi corsi di preparazione alla gestione faunistica con relativo esame di abilitazione.