«Si torna a parlare di risarcimento danni da fauna selvatica, un problema che investe in particolare gli agricoltori e che rischia di trasformarsi in una catastrofe». Ad affermarlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Gianluca Ranieri che spiega: «Ad oggi esistono debiti della Regione Abruzzo nei confronti degli agricoltori risalenti anche al 2010, il cui ammontare complessivo potrebbe superare i 4 milioni e mezzo di euro. Il condizionale però è d’obbligo – spiega Ranieri – perché la Regione non solo non paga, ma non provvede nemmeno a verificare con precisione l’ammontare dell’importo. In sostanza – spiega ancora il capogruppo 5 stelle – si brancola nel buio tanto dal punto di vista della misurazione del problema che della sua soluzione. Succede così che la riunione, sollecitata dal consigliere Berardinetti, per affrontare il problema sollevato dagli agricoltori sostenuti da Confagricoltura, a cui erano presenti anche gli Assessori Pepe, Di Matteo e Paolucci, si conclude ancora una volta con più interrogativi che soluzioni. Allo stato attuale, questo perlomeno è emerso dalla riunione, non esiste alcuna intenzione di risolvere il vero problema, ovvero la necessità di trovare metodi e mezzi per il pagamento dei debiti pregressi e questo nonostante sia molto più costoso per la Regione affrontare i contenziosi che, a detta dell’avvocatura regionale ci costano circa 5 milioni di euro l’anno a fronte, invece, dei 4,5 milioni di debito complessivo. La motivazione? Sempre la stessa, a detta dell’assessore: mancherebbero i fondi. Ma la realtà è un’altra: al governo della Regione i problemi degli agricoltori non interessano, o perlomeno non interessano abbastanza, perché mentre si cerca di non pagare agli imprenditori agricoli il dovuto, si finanzia di nuovo SAGA con 5 milioni. Quello che viene spacciato come un risultato- prosegue Ranieri – ovvero la promessa, da parte dell’assessore Paolucci, di trovare 220mila euro dopo i riallineamenti contabili, per pagare almeno gli indennizzi agli agricoltori del parco Sirente – Velino, è in realtà solo l’ennesima presa in giro, che compensa a malapena le decurtazioni di fondi destinati al parco dal 2015 a oggi e che sicuramente non risolve il problema come non lo risolvono le rassicurazioni sul miglioramento dei piani di abbattimento dei cinghiali. La prova conclamata della malafede è evidente e arriva alcune ore dopo, quando in Consiglio si approva un emendamento, al quale ci siamo associati, con il quale si assegnano sempre al parco Sirente – Velino, 215.000 euro provenienti dalle refluenze di FIRA. L’inerzia della Regione – conclude il capogruppo Ranieri – fin qui dimostrata rischia di trasformare il problema in un disastro conducendo aziende al fallimenti, creando conseguentemente disagi sociali e inasprendo lo scontro tra gli interessi legittimi degli agricoltori e quelli di un sistema faunistico e naturalistico per il quale la Regione non ha ancora individuato i corretti strumenti di tutela e conservazione».
Danni fauna selvatica, M5S: «La Regione prende in giro gli agricoltori»
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