In depressione e dedito all’alcol, ma detiene una pistola: spara e uccide i vicini di casa «troppo rumorosi».
L’episodio di cronaca di Sesto Fiorentino rilancia le polemiche in merito alle visite mediche propedeutiche alla detenzione legittima delle armi. Il porto d’armi ha durata di sei anni, recentemente ridotta a cinque, ma in quel lasso di tempo non sono previste visite mediche e controlli. Così anche un depresso, un assuntore abituale di alcol o di psicofarmaci magari può detenere legalmente un’arma da fuoco.
IL FATTO DI CRONACA – Vicino di casa spara e uccide padre e figlio. L’autore del delitto, un uomo di 53 anni, disoccupato, che alcuni anni fa si era licenziato dal suo posto di lavoro di commesso in un supermercato, è stato arrestato dai Carabinieri senza opporre resistenza. L’uomo, celibe, che viveva da solo e sarebbe entrato in depressione dopo la scomparsa dei genitori (la madre è morta nel 2008 e il padre nel 2012) e pare abusasse anche frequentemente di alcol, era in possesso di una pistola regolarmente denunciata. «Eravamo venuti a dirvelo che ci stava minacciando e che era armato, non me ne frega niente se lo avete arrestato, ci sono voluti due morti» accusava una parente delle vittime rivolgendosi alle forze dell’ordine.
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