Nove anni di traversie tra carte bollate, avvisi di garanzia, chilometri fatti da un tribunale ad un altro, soldi spesi, stress, per rispondere del reato di diffamazione aggravata. Il risultato? Assolto perché il fatto non sussiste. Ancora una volta vittorioso, nonostante le argomentazioni dell’avvocato della controparte, Francesco Del Basso, perdente per la seconda volta consecutiva. La prima volta accadde qualche anno fa a Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino), questa volta è stato il tribunale di Isernia a darmi ragione. Un grazie particolare va agli avvocati Bernardino Izzi e Giancarlo Di Filippo, che hanno saputo confutare le tesi dell’accusa. In gergo calcistico si potrebbe riassumere: 2 a 0. Pulito e immacolato, mentre c’è chi, qualche anno fa, fu chiamato dalla Corte dei Conti a risarcire l’erario in qualità di amministratore.
Maurizio d’Ottavio