AGNONE – “Quello che (a) i figli non dicono”. E’ il tema del convegno promosso dall’oratorio ‘Giovanni Paolo II’ e dalla parrocchia dei Cappuccini che si terrà domani pomeriggio (sabato 19 gennaio) a partire dalle ore 16,30 con la partecipazione del professor Marco Bruscati, docente universitario specializzato nella comunicazione multimediale.
“Si tratta di un appuntamento che abbiamo fortemente voluto – sottolinea don Onofrio Di Lazzaro, parroco della parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli – pensato per riflettere sulla comunicazione e sui messaggi che passano, silenziosamente, sugli schermi dei cellulari di ragazzi, ragazze e adolescenti. I nostri figli, lo sappiamo, passano gran parte del tempo con la testa china, lo sguardo perso. Ad attirare l’attenzione il display di un cellulare, di uno smartphone, del tablet. Scorrono con il dito la news-feed dei social network, leggono post, guardano video, partecipano a dirette. Commentano, taggano, chattano con i loro amici, si scambiano vocali. Ma qual è il contenuto di quei meme così tanto virali? Quali messaggi condividono i loro famosi idoli? Che insegnamenti postano i tanto famosi, e famigerati, influencer? Sono questi i quesiti che oggigiorno i genitori si pongono. E sono queste le domande sulle quali si baserà il convegno” aggiunge il prete. “I nostri giovani trascorrono interi pomeriggi con un cellulare in mano – riprende don Di Lazzaro – è nostro compito, nostro dovere e diritto, cercare di farci spazio in quel loro mondo, almeno per capire ciò che ci sfugge. Proprio per questo ci tengo ad invitare tutta la cittadinanza a partecipare e a intervenire. I giovani sono il nostro presente e il nostro futuro. Dobbiamo tutelarli – conclude – e per farlo è necessario partire proprio da ciò che usano di più: il telefono, la rete, i social network”.
Brusati, che in molti ricorderanno come l’organizzatore della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000, discuterà la tematica attraverso l’analisi multidisciplinare di alcuni video musicali volta ad analizzare proprio i messaggi i quali possono sfuggire e che, invece, si sedimentano in quelli dei più giovani, concorrendo alla formazione del proprio sé.
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