AGNONE – «Un dato che non va sottaciuto: la diminuzione degli aborti è correlata ad un aumento dell’aborto farmacologico extra ospedaliero con i farmaci, per cui non esiste più obbligo di ricetta, cosa che impedisce di conoscere i veri dati finali. La sensazione è che i dati reali siano superiori di molto agli aborti storici, anche perché una minorenne può facilmente procurarsi i farmaci con l’aiuto di una amica maggiorenne, e dato il clima socio culturale diseducativo imperante, che vede il sesso come bene di consumo e attività ludico ricreativa, alimentata dal materiale sessuale a facile accesso su internet da un semplice telefonino, non c’è da essere ottimisti. Unico rimedio: impegnarsi per una seria educazione affettiva, all’amore e alla responsabilità con i giovani dai 12 anni in su, per superare la scissione amore/sesso».
E’ il commento di don Francesco Martino, parroco di Belmonte del Sannio e giornalista, alla divulgazione da parte del Ministero della Sanità dei dati sulla legge 194, quella che regola la cosiddetta interruzione volontaria di gravidanza. Meno aborti ospedalieri, più Ru486, cioè aborti chimici.
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