Una doccia fredda, anzi ghiacciata, per Castiglione Messer Marino e per tutto l’Alto Vastese. Dopo tredici anni di attività, centinaia di ospiti e di posti di lavoro assegnati nel corso del tempo, chiude i battenti, per sempre, il centro per anziani “RSA Santa Maria del Monte“.
Notizia agghiacciante che viene confermata dalla stessa proprietà: «I soci della cooperativa hanno deliberato, con decisione assembleare, la chiusura della RSA». Una vera e propria batosta per gli intuibili risvolti sociali e occupazionali che la chiusura di una struttura del genere comporterà, in un territorio disagiato e dai collegamenti difficili. Il centro, infatti, ha ospitato e ospita ancora decine di utenti provenienti dai vari centri montani che orbitano attorno a Castiglione. Le loro famiglie dovranno a breve trasferirli altrove, molto più lontano, con tutti i disagi che ne conseguono.
Le motivazioni di questa decisione vanno cercate sicuramente nella forte crisi di liquidità dovuta alla pandemia da Covid 19, ma ha pesato più di ogni altra cosa il sempre promesso e mai realizzato accreditamento regionale. Trasformare la Rsa in una struttura accreditata, infatti, avrebbe innescato quella compartecipazione economica tra cooperativa e Regione Abruzzo che avrebbe permesso alla storica realtà di Castiglione Messer Marino di andare avanti. A conti fatti, dunque, come spesso accade, è colpa della politica che dimentica e abbandona i territori montani al loro triste destino.
Per scelta gestionale il centro di Castiglione ha richiesto alle famiglie degli ospiti rette basse, calmierate, molto al di sotto delle cifre che si pagano nelle strutture sulla costa che offrono lo stesso setting assistenziale. Una scelta dettata proprio dalla consapevolezza di operare in un territorio difficile e disagiato. Queste considerazioni avrebbero dovuto in qualche modo snellire l’iter dell’accreditamento in Regione Abruzzo. Invece tutte le maggioranza politiche che si sono scambiate le poltrone nel corso degli ultimi tredici anni hanno saputo fare solo promesse, senza ovviamente mantenerle.
Risultato? Dopo tredici anni, era l’aprile del 2009 quando la Rsa ha avviato le attività, a giorni si chiudono i battenti. Per sempre. Un danno sociale, ma anche economico per Castiglione e per l’intero territorio dell’Alto Vastese. Oltre alla perdita dei venticinque posti di lavoro, infatti, vanno considerati tutte le ditte e gli esercenti locali coinvolti nella fornitura di beni e servizi. Un danno incalcolabile per una realtà socio-economica già fragile.
«Una decisione dolorosa per tutta la Cooperativa, – spiegano dalla proprietà – che il 28 gennaio compie 35 anni di attività, una tra le più longeve nella regione Abruzzo, nata nel 1987. Opera nei servizi socio assistenziali e di assistenza domiciliare, ma anche assistenza preventiva per nido e infanzia, con altre quindici figure professionali che completano l’organico». E la politica, ancora una volta, è assente, sorda alle richieste di un territorio che è alle prese con lo spopolamento e con la rarefazione dei servizi. Nessuna “vertenza” sarà aperta per la Rsa di Castiglione, nessun tavolo tecnico verrà convocato da questo o da quell’assessore regionale e non ci sarà nessun salvataggio. Perché su queste fottute montagne siamo quattro gatti e tre voti. Una utilissima, preziosa realtà sociale e lavorativa chiude i battenti, ma la politica regionale si gira dall’altra parte.
Francesco Bottone
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