«Nonostante gli sforzi della Giunta regionale per arginare il problema dei danni da fauna selvatica, provocati in particolare dai cinghiali alle imprese agricole, la situazione resta insostenibile e fuori controllo, con il malcontento e l’esasperazione che nelle campagne continuano a salire». È l’ultimo allarme sul “fronte” cinghiali, sempre più caldo, lanciato dalla Coldiretti Molise che ha già richiesto al Governatore Toma ed all’Assessore regionale all’agricoltura Cavaliere, di farsi promotori della richiesta di riconoscimento dello “stato di emergenza” su tutto il territorio regionale.
«Prendiamo atto dell’impegno profuso dalla Regione su quella che ormai è divenuta una vera piaga per il comparto agricolo – sottolinea Giuseppe Spinelli Delegato Confederale Coldiretti Molise – ma purtroppo ancora non si riescono a cogliere tangibili risultati che possano almeno porre un primo freno soddisfacente a questa grave situazione. Ciò che invece non conosce sosta – prosegue il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – è la proliferazione dei cinghiali e i danni da loro provocati alle coltivazioni, con tanti agricoltori che ormai nemmeno li segnalano più».
«Abbiamo ottenuto – spiega Spinelli – a seguito della determina n. 45 del 25/05/2020 del Direttore del Dipartimento della Regione Molise, l’impegno degli ATC ad intervenire tramite i selecacciatori su espressa chiamata degli agricoltori che evidenziano la presenza di cinghiali sui propri fondi coltivati; a tal proposito è necessario, peraltro, chiarire meglio con gli ATC le procedure per gli interventi d’urgenza, ed il ruolo che possono svolgere gli stessi agricoltori muniti di licenza di caccia. Serve, infatti, semplificare ed uniformare sull’intero territorio regionale le operazioni di contenimento anche da parte dei proprietari/conduttori dei fondi danneggiati. Occorrono insomma regole, modalità e tempistiche certe, chiare e snelle e soprattutto omogenee che devono essere fatte proprie da tutti gli ATC, per rimuovere quelle incertezze che stanno pregiudicando il pur positivo intervento normativo apportato di recente in quest’ambito».
«A pagare il conto di questa annosa situazione – ribadisce Spinelli – non possono continuare ad essere gli imprenditori agricoli che chiedono solo di esercitare il proprio legittimo diritto d’impresa, producendo per i cittadini e non per gli animali nocivi. A rischio infatti, oltre all’equilibrio ambientale, è la stessa presenza degli agricoltori soprattutto nelle zone interne e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico».
«Se contro gli evidenti cambiamenti climatici, così come contro la pandemia da coronavirus e non da ultimo nei confronti delle oscillazioni dei prezzi dei prodotti agricoli all’origine che risentono delle grandi tensioni internazionali, sia le Istituzioni che il mondo agricolo possono ben poco, almeno nell’immediato – ribadisce il Direttore Coldiretti Molise Aniello Ascolese – su questo fronte possiamo e dobbiamo fare da subito di più. Basta la volontà di applicare con coerenza gli strumenti normativi di cui l’Amministrazione si è dotata; lo dobbiamo ai nostri agricoltori – conclude Ascolese – che non ne possono più delle continue scorribande dei cinghiali che vanificano il lavoro di un anno e alle prese già con tante altre emergenze che rischiano di pesare oltremodo sui loro bilanci aziendali».