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  • «Estrazioni dal lago di Bomba, si rischia un nuovo Vajont»

    BOMBA – Dal movimento spontaneo di cittadini denominato Nuovosensocivico riceviamo la seguente nota che pubblichiamo:

    Dal dopoguerra nessun governo ha spinto così tanto perché l’Abruzzo fosse piegato a trasformarsi in un distretto minerario. Neanche fossimo un eldorado di riserve fossili, il governo Gentiloni, col suo ministro Calenda, solerte interprete del ruolo di petroliere più che di servitore dello Stato, và dritto al dunque e, senza indugi, si prepara ad avallare il progetto di estrazione di idrocarburi sotto il lago di Bomba, attraverso il parere positivo al progetto che sta per esprimere il Comitato nazionale VIA, dopo aver promulgato una legge che, fatta carta straccia del referendum del 4 dicembre, esautora le Regioni dal parere, cambiando le regole a partita iniziata. Senza faccia e senza alcun senso di responsabilità, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato, questi hanno deciso che il rischio di un nuovo Vajont, suffragato da quella sentenza, con la distruzione e la morte che porterebbe, non basta a cestinare a titolo definitivo quello che più che un progetto è una vera e propria cronaca di un disastro annunciato.
    A questi traditori della volontà popolare e a tutti gli ignoranti detrattori delle nostre legittime preoccupazioni, concentrati a minimizzarle fino a ridurle a terrorismo psicologico, suggeriamo la lettura delle osservazioni inviate al Mise, scritte da un dirigente ACEA, che avendo visto con i propri occhi la realizzazione della diga alla fine degli anni ’50, mette in guardia con estrema severità le autorità deputate all’approvazione del progetto estrattivo.
    Non ci sono riusciti con Ombrina, ma con un colpo di coda malefico, questo governo, inviso alla maggior parte degli italiani e degli abruzzesi, come si è visto con il referendum del 4 dicembre scorso, e come si vedrà la prossima primavera, si appresta ad assestare un colpo mortale alla nostra cultura, alla nostra storia, al nostro ambiente, in nome di uno sviluppo economico buono a rimpinguare le tasche dei loro sponsor, alla faccia del rischio di un nuovo Vajont. Con coerenza, il ministro Calenda, si trasferisca a Bomba, assieme a tutti i membri del Comitato VIA.

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