Con una nota siglata dal direttore del dipartimento Agricoltura della Regione Abruzzo, Antonella Gabini, e indirizzata all’Ambito territoriale di caccia del Vastese, «si chiede copia di tutti i verbali e atti collegati di codesto ambito relativi alla istituzione delle Zone di rispetto venatorio, al fine di verificare le anomalie segnalate dall’associazione Enalcaccia circa la convocazione dell’assemblea e la successiva decisione del Coges».
Nei giorni scorsi, infatti, con una nota firmata dal presidente provinciale dell’EnalCaccia Chieti, Rocco Cipollone, e indirizzata anche all’assessore regionale Emanuele Imprudente, veniva segnalato che il presidente dell’Atc «ha negato la partecipazione attiva ai delegati nominati e presenti all’incontro» sostenendo che gli stessi non erano stati convocati «nonostante la mattina precedente questa associazione abbia rimesso i nominativi dei delegati». Secondo l’associazione venatoria «a fronte della presenza di oltre venti delegati Enalcaccia e Federcaccia, tutti legittimati a presenziare, il presidente ha ritenuto di sciogliere la seduta per mancanza di numero legale, evitando un quanto mai certo parere contrario dei delegati rispetto al punto portato all’ordine del giorno», cioè appunto l’istituzione delle Zrv sul territorio del Vastese. Tre delle nuove zone di rispetto venatorio, tra Archi, Atessa e Scerni, sono concentrate in aree limitrofe «in spregio a quanto previsto dal Piano faunistico venatorio» spiega Enalcaccia e tra l’altro in zone classificate a forte rischio di danni causati dai cinghiali.
La Zrv di Casalbordino ricade inoltre in un’area già indicata dal Piano faunistico come ad altissimo rischio di incidenti stradali causati dai cinghiali. Quella di Celenza sul Trigno è una zona interdetta all’attività venatoria da decenni, perché area cinofila, dove la presenza di cinghiali è particolarmente elevata. «A fronte di ciò, – scrive Enalcaccia – invitiamo con estrema sollecitudine a voler incardinare il procedimento amministrativo di commissariamento dell’Atc Vastese». «Diversamente – chiude l’associazione venatoria – ci riserviamo ogni più opportuna segnalazione alla Procura della Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti».