Caro direttore,
ho letto la notizia e voglio tranquillizzarla. La vicenda è al limite del ridicolo. Ho letto con molto stupore l’articolo di Elena Ciccarello sul Fatto Quotidiano. Dire che avrei ‘vinto il posto in Università’ con una ricerca plagiata è grave, scorretto oltre che palesemente falso. Sono professore universitario da 15 anni, la mia storia, le mie pubblicazioni e, in particolar modo, i miei libri sono diffusi nelle università e sono stati utilizzati come testi di riferimento in università italiane e straniere. Ho diretto un centro di ricerca in università a Castellanza per 8 anni, ho fatto ricerca a Londra per quattro e sono stato visiting professor alla UIC di Chicago e insegnato complessivamente per 20 anni. Da 15 sono professore associato. Mi sono sempre rifiutato, nonostante avessi titoli e pubblicazioni, di fare il concorso di prima fascia perché non lo ritenevo opportuno durante l’aspettativa parlamentare. L’avrei potuto fare, com’è noto, in molti atenei italiani in cui tengo spesso seminari e prolusioni.
A Campobasso ho fatto semplicemente un trasferimento dalla mia precedente università e l’ho fatto per aiutare l’UniMol (Università del Sud efficiente e bella) a far crescere una generazione di ricercatori appassionati di economia delle amministrazioni pubbliche. E sempre e solo a titolo gratuito.
Ho partecipato alla selezione per il mio trasferimento, una selezione in cui si potevano presentare fino a 12 pubblicazioni, una di queste era un paper senza alcuna valenza scientifica (per la verità erano tre papers), indicato ad un seminario interno nell’allora centro di ricerca, come ‘lettura consigliata’; mi scuso se, per errore, è stato inserito in quella lista ma non credo abbia potuto influenzare la valutazione del mio curriculum accademico che non ha bisogno di ricorrere a nessun plagio. Mi spiace avere scatenato la curiosità del vostro sempre attento quotidiano o le ire dei trolls della rete pilotati ad arte ma la mia carriera accademica, di cui vado molto fiero, è sotto gli occhi di tutti, limpida e documentabile. E non permetto a nessuno di infangarla o metterla in dubbio. Faccio ricerca da sempre, da quasi vent’anni, continuerò a farla perché è il mio lavoro, non sono uno di quelli che possono vantare il titolo di professore universitario per ‘meriti politici’.
Cordialmente,
Francesco Boccia