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  • L’assessore Cavaliere: «Minacciato perché voglio attivare la caccia di selezione in Molise»

    ISERNIA – «Ho ricevuto minacce perché voglio introdurre la caccia di selezione al cinghiale in Molise. Ma con me hanno sbagliato indirizzo e persona. Io, che prima di essere assessore regionale alla Caccia sono orgogliosamente un cacciatore e un cacciatore di cinghiali, tiro diritto, anzi, dopo queste minacce andrò avanti ancor più deciso e risoluto. Bisogna far capire a questi personaggi che non siamo più nella preistoria».

    E’ la rivelazione fatta dall’assessore regionale Nicola Cavaliere intervenuto, nel pomeriggio di oggi, a Isernia, presso la sede dell’Istituto zooprofilattico nel corso di un convegno sulla trichinella e le altre zoonosi veicolate dai cinghiali.

    «Il Molise è l’unica Regione in Italia a non aver ancora attivato la caccia di selezione al cinghiale. – ha continuato Cavaliere – Ed è del tutto evidente che la situazione di allarme e pericolo rappresentata dalla proliferazione incontrollata di cinghiali è ben oltre ogni limite di sopportazione. Non è possibile che gli agricoltori molisani vedano sistematicamente distrutto il loro lavoro dagli ungulati. Ogni anno in Molise si hanno danni al comparto agricolo da fauna selvatica stimati in tre milioni di euro. Senza considerare il problema della pubblica incolumità, con i continui incidenti stradali causati proprio dai cinghiali. Il paradosso è che in Regione non abbiamo dati ufficiali relativi agli abbattimenti durante la stagione venatoria, perché i cacciatori hanno la pessima abitudine di non segnare gli abbattimenti. Lo scorso anno sono stati registrati meno di mille abbattimenti. Un dato assolutamente non credibile che mi rende tutto più complicato nei confronti dell’Ispra. I conti sono facili: in Molise ci sono cento squadre di cinghialai; considerando una sessantina di abbattimenti a squadra, mediamente, il dato reale dei prelievi si attesta sui sei-ottomila capi. E se vengono abbattuti a caccia 8mila cinghiali, vuol dire, statisticamente, che ce ne sono almeno il doppio sul territorio. Se questi dati reali diventassero ufficiali, cioè se fossero segnati tutti gli abbattimenti, non avrei problemi né con l’Ispra né con il Ministero dell’ambiente che rispetto all’emergenza cinghiali si è mostrato più volte sordo. Ora siamo arrivati ad un punto di non ritorno. La caccia di selezione prenderà il via ad aprile e andrà avanti fino ad agosto, per poi a settembre riprendere la caccia in braccata. Probabilmente questi strumenti non basteranno ad arginare il problema cinghiali in Molise, ma al momento sono i soli utilizzabili in attesa che in Parlamento si decidano a cambiare una volta per tutte la legge 157. Se dipendesse da me avrei già modificato quella legge ormai datata».

    Francesco Bottone

    effebottone@gmail.com

    tel: 3282757011

     

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