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  • Lettera-appello dei dializzati del ‘Caracciolo’ a Frattura e Sosto: «Meritiamo rispetto e servizi adeguati»

    Lettera appello al presidente della giunta regionale, Paolo di Laura Frattura e al direttore generale della Asrem, Gennaro Sosto. Firmatari i diciotto dializzati in cura nell’Unità operativa semplice dell’ospedale “San Francesco Caracciolo” di Agnone che chiedono pari dignità e servizi adeguati.  Nello specifico i dializzati in cura al “Caracciolo” chiedono a Sosto e al commissario alla Sanità, Frattura il perché l’Uos Emodialisi di Agnone non è figura nell’Atto aziendale licenziato a fine dicembre scorso. Di seguito il testo integrale della lettera.

    IMG-20170216-WA0000Noi,  pazienti in trattamento  emodialitico,  tutti tesserati con l’Associazione Nazionale Emodializzati (ANED) per IRC terminale, in cura presso la Uos Emodialisi di Agnone, dopo la venuta di Gennaro Sosto in Agnone, che ha detto semplicemente in pubblica assemblea che la “Dialisi rimarrà”, per nulla rassicurati su tutto, esponiamo quanto segue:

    Nell’Atto aziendale definitivo, approvato con PDG del 29 dicembre 2017, nonostante le rassicurazioni fornite nella riunione dello stesso giorno in Presidenza giunta regionale del Molise di correzioni in materia ai nostri rappresentanti, non compare né la Uos Emodialisi e nemmeno il servizio dialisi di Agnone collegato alla Uos di Isernia, il che fa capire la possibile soppressione di tale U.O. oppure la sua trasformazione, per noi altamente pericolosa, in Centro di Assistenza Limitata Emodialisi Territoriale, detta volgarmente Calt.

    Abbiamo vissuto il dramma e i problemi relativi, con stress psicofisici notevoli e ci siamo sentiti anche male dal giorno 27 al giorno 29 dicembre 2017, quando partendo dalla nostra Area Particolarmente Disagiata abbiamo dovuto dializzare presso la Uos di Isernia, e in questa occasione la nostra amica Teresa Ottaviano, già provata da un delicato intervento alle valvole cardiache, è venuta a mancare. A nostro giudizio in quei giorni non sono state prese decisioni per il bene dei pazienti, in quanto siamo stati sballottati, alla meno peggio, per 3 giorni consecutivi come pacchi postali per il trattamento emodialitico.

    Siamo semplicemente arrabbiati perché dal 2011 la nostra Uos Emodialisi ha il personale medico ed infermieristico ridotto ai minimi termini, pur in presenza di 18 pazienti in trattamento, 4 in lista di attesa e ben 12 pazienti che ogni anno, volendo ritornare per i mesi estivi nella propria terra di origine, non trovano posto perché, come si dice in gergo aereoportuale, in “over bucking”, in quanto teoricamente vi sono 6 posti tecnici più un posto per acuti.

    IMG-20170216-WA0013Fatte queste premesse, avendo appreso da fonti esterne al nostro ambito che vi è il progetto di trasformare la nostra Uos in Centro di Assistenza Limitata, come Venafro e Larino, e per voci di corridoio sempre che la stessa sia stata avanzata da ambiti della direzione sanitaria locale, noi siamo fortemente in allarme.

    Infatti noi viviamo in una zona altamente disagiata a cavallo tra Abruzzo e Molise, fortemente dispersi sul territorio, e non godiamo tutti perfettamente di buona salute, per cui le nostre sedute dialitiche spesso hanno bisogno dell’intervento medico per correggere, modificare, rimodulare il trattamento, che non può essere standardizzato, e richiedono spesso anche decisioni mediche importanti e continue di rimodulazioni farmacologiche per patologie concomitanti. A ciò va aggiunto anche la frequente casistica di consulenze in pronto soccorso relativo e nei reparti di Medicina Generale e Chirurgia, in quanto spesso episodi critici ci interessano con una certa frequenza.

    Il Centro di Assistenza Limitata Territoriale, di natura distrettuale e territoriale, affidato al solo personale infermieristico, con limitata supervisione medica settimanale, e che di sua natura può avere in carico solo dializzati che “stanno bene” per una routine ordinaria, per sua natura non può avere in cura pazienti che presentino problematiche importanti, che allora devono essere trattati per forza sotto controllo medico in una struttura ospedaliera. E noi, per quanto esposto in premessa, sappiamo cosa significa dializzare ad Isernia e abbiamo in molti problematiche importanti. Inoltre, da come sembra, voi avete previsto un Pronto soccorso di Area Disagiata che in realtà assomiglia molto ad un Punto di primo intervento, senza anestesisti e consulenze relative. Dobbiamo veramente morire o, per chi può, fuggire altrove?

    Pertanto, noi  non vogliamo che la nostra Uos Emodialisi Agnone diventi un Cal, altrimenti, insieme all’ANED nazionale, saremo costretti a fare ogni battaglia possibile, anche legale, per la nostra sopravvivenza, che ripeto, non interessa perfettamente 4 gatti in emodialisi, ma una popolazione malata cospicua.  Chiediamo che questa struttura rientri nella rete ospedaliera, con pronta disponibilità che copra il restante orario di servizio dei sanitari, se non come Uos almeno come Servizio Emodialisi collegato alla Uos  o come voi dite SS Emodialisi di Isernia, con la dotazione organica necessaria medica ed infermieristica.

     

     

     

     

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