Coldiretti Molise chiede al Presidente della Regione, Donato Toma, di riconsiderare il divieto di macellazione di suini a domicilio. In una missiva, a firma del Direttore regionale Aniello Ascolese, Coldiretti invita il Governatore di voler riconsiderare i termini dell’ Ordinanza n.16 del 28 dicembre 2021, che vieta la macellazione di suini a domicilio, avuto conto delle nuove norme emanate a livello nazionale per il contenimento del Covid 19.
Partendo dall’assunto che le attività agricole e zootecniche non si sono mai fermate a seguito della crisi pandemica ancora in atto, consentendo alla cittadinanza di limitare, almeno sul fronte degli approvvigionamenti alimentari, gran parte delle difficoltà, il Direttore Ascolese evidenzia come l’Ordinanza emanata dal Governatore, al di la di produrre gli effetti auspicati, mette in crisi centinaia di aziende agricole che all’allevamento del maiale per uso domestico si impegnano da generazioni.
“L’ordinanza – scrive Ascolese nella sua missiva a Toma – della quale non confutiamo la legittimità, sembra però del tutto ignorare l’evoluzione normativa, succedutasi fino ai nostri giorni, a garanzia delle diverse attività produttive. Da ultimo – sottolinea – l’introduzione del Super Green Pass che consentirà, dal prossimo 10 gennaio, ai suoi possessori di utilizzare, liberamente, il trasporto pubblico anche locale; lo stesso discorso vale per le feste, le sagre e le fiere, per i centri congressi e, ancora, per gli hotel e in tutte le strutture ricettive. Attività, tra l’altro consentite, in zona bianca, già a partire dal 6 di gennaio”.
Per questo Coldiretti ritiene che si sarebbe potuto, alla stregua delle limitazioni poste in essere per tutta una serie di altre produttive, mettere in campo specifiche prescrizioni relativamente ai soggetti abilitati ad operare, limitando il numero degli addetti, imponendo l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza individuale e finanche il possesso di Green Pass da parte degli operatori.
“E’ oramai notorio – evidenzia Ascolese nella sua lettera – il fatto che le ‘feste’ che accompagnavano o seguivano il rito della macellazione domestica sono un lontano ricordo; attualmente si riscontrano difficoltà soggettive oltre che oggettive a trovare persone estranee al nucleo familiare, disposte a dedicarsi a tale bisogna”. Inoltre, “si deve considerare che il contemporaneo afflusso di migliaia di capi in un arco temporale così ridotto non consente ai mattatoti presenti sul territorio di eseguire gli abbattimenti in tempi rapidi, dovendo far fronte alle normali macellazioni svolte a favore di aziende zootecniche specializzate nell’allevamento delle diverse specie animali”. Ciò comporta la impossibilità di lavorare le carni nel periodo temporale più consono alla trasformazione e conservazione delle stesse.
Per questo, Coldiretti richiede al Governatore di modificare, in parte, il contenuto dell’ordinanza, introducendo tutte le specifiche che si ritenessero necessarie per garantire le operazioni di macellazione in azienda, alla luce delle prescrizioni valide per altre attività produttive.