La cronaca dell’ennesimo episodio di violenza nei confronti delle donne, al culmine di dissidi inframurari. Maltrattamenti contro familiari e conviventi è la fattispecie dell’accusa mossa nei confronti di 45enne, che nella tarda serata di venerdì, costringeva la compagna convivente a trovare rifugio in strada unitamente ai figli minori, in attesa dell’intervento dei Carabinieri.
La donna, in preda al panico e mossa dalla paura, per sfuggire all’azione violenta dell’uomo, resa ancor più sconsiderata dalla smodata assunzione di bevande alcoliche, decideva di chiedere aiuto al 112 e di fuggire dall’abitazione, stante anche la zona isolata e lontana da altre dimore, rendendo vano il tentativo di urlare per chiedere aiuto.
Sul posto giungeva, immediatamente, una pattuglia dei Carabinieri di Torella del Sannio, che trovavano l’uomo, in evidente stato di agitazione psicofisica, all’interno dell’abitazione e la donna nei pressi dell’uscio con i due figli.
La prontezza e la rapidità dei Carabinieri intervenuti, consentiva di porre argine ad una violenta lite che poteva scaturire in conseguenze peggiori, atteso l’effetto dirompente dei fumi dell’alcol. L’uomo, verosimilmente per motivi riconducibili a gelosia, aveva iniziato una discussione con la compagna, che nel volgere di poco tempo era scaturita alle vie di fatto. La donna infatti aveva riportato lesioni conseguenti ai pugni che l’uomo le aveva inferto, non curante della presenza dei figli che assistevano alla scena.
La vittima, accompagnata negli uffici del Comando Stazione, raccontava una difficile situazione di convivenza con il padre dei suoi figli, principalmente per il fatto che lo stesso non avesse una occupazione stabile, traendo profitto dal reddito di cittadinanza e trascorrendo intere giornate ad abusare di bevande alcoliche. Un recente episodio del 03 ottobre, l’aveva costretta a chiedere l’intervento dei Carabinieri, ma nella circostanza non aveva inteso poi raccontare tutto ai militari intervenuti, riconducendo l’episodio a mera discussione.
Nell’atto di procedibilità, invece, raccontava vessazioni subite da circa dieci anni e sempre sottaciute stante l’assenza di familiari o amici in Italia, attesa l’origine rumena di entrambe, non secondaria al fatto che l’uomo fosse l’unica fonte di reddito per i suoi figli. L’ultima aggressione patita, invece, sia per la violenza che per le motivazioni, l’aveva visibilmente impaurita, al punto tale da farle vincere le resistenze che aveva nel proporre denuncia contro l’uomo.
L’autore, riportato alla calma, all’estio degli accertamenti veniva dichiarato in stato di arresto ed associato alla Casa Circondariale di Campobasso in attesa dell’udienza di convalida.
Il Comandante della Compagnia Carabinieri di Bojano ribadisce sempre l’importanza di denunciare immediatamente le violenze subite, già dal primo episodio e pone l’accento sull’evitare gli incontri chiarificatori, ma affidarsi alle istituzioni ed alla ormai collaudata rete di tutela, decisione che l’odierna vittima ancora non aveva inteso prendere, sicura di un ravvedimento dell’uomo, che avrebbe potuto pagare con conseguenze molto più gravi e serie.