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  • Monumento ai castiglionesi nel mondo, oggi l’inaugurazione: tra gli ospiti il poeta pastore Mosesso

    «Lo stemma di un paese va oltre una semplice figura, esso racconta le sue radici e la sua storia». Così lo scultore Giuseppe Colangelo di Castiglione Messer Marino, che ha realizzato l’opera d’arte che sarà inaugurata nel pomeriggio di oggi nel centro montano appena al di là del confine con l’Alto Molise. Il monumento dedicato ai castiglionesi nel mondo, a chi è stato costretto ad emigrare dalla propria terra, è in pietra e reca da una parte un castello, dall’altra un leone rampante, lo stemma di Castiglione Messer Marino appunto.

    «Una rappresentazione dell’origine e della fierezza del paese, rappresentato in pietra, attraverso una scultura, che va oltre avvolgendo i simboli di questo paese con le onde del vento, un flusso, che ricorda e racconta anche l’emigrazione che ha subito, in particolar modo tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900» spiega il maestro Colangelo.

    «Molti castiglionesi si spostarono verso i grandi centri urbani come Roma o le città del Nord Italia, ma anche all’estero in Svizzera, Francia, Germania e Belgio, fino ad andare oltre oceano verso gli Stati Uniti e l’Argentina. – aggiunge lo scultore – Ma le loro radici sono qui… legate a questa terra». Giuseppe Colangelo, figlio di emigrati, ha sempre avuto a cuore tale tematica rappresentata già più volte nelle sue opere. I principali soggetti delle sue produzioni scultoree sono incentrati sugli elementi naturali, in particolare la terra e il vento, che colgono e traspirano l’ambiente dell’Alto Vastese, fonte di ispirazione per le sue opere.

    La curiosità principale è che egli sia emigrato “al contrario” dalla Svizzera, venendo a vivere ormai da oltre venticinque anni a Castiglione Messer Marino. L’inaugurazione è prevista alle ore 18 di oggi, con i saluti della sindaca Silvana Di Palma e la presentazione del libro “La terza Geografia“, del poeta altomolisano Carmine Valentino Mosesso di Castel del Giudice.

    E proprio una frase del poeta di montagna e pastore Mosesso è stata fissata e resa immortale nella pietra dallo scultore Colangelo: «Per capire un paese devi stenderti nelle cantine, fare il nido nei silenzi, lasciar affiorare i canti che hai dentro».

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